Mentre il leader d’Italia viva entrava al Quirinale per le consultazioni col presidente della Repubblica in Arabia è stata trasmesso l’intervento registrato dell’ex segretario del Pd al Future Investment Initiative, ribattezzato dai locali come la “Davos del deserto”.
Un dibattito col controverso principe Mohammed bin Salman durante il quale l’ex segretario del Pd si è prodotto in una serie di affermazioni entusiastiche nei confronti del Paese arabo. Le cui autorità, secondo Amnesty, reprimono “i diritti alla libertà d’espressione, associazione e riunione. Hanno vessato, detenuto arbitrariamente e perseguito penalmente decine di persone critiche nei confronti del governo”
L’Arabia Saudita ha tutte le condizioni perché sia la culla di un “neo-rinascimento“. Chi lo dice? Il controverso principe Mohammed bin Salman, sospettato – tra le altre cose – dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi? Quasi. L’ottimistica e discutibile definizione, infatti, è stata formulata durante una conversazione proprio con l’erede al trono saudita da Matteo Renzi, che si dice pure “invidioso” del costo del lavoro a Riad. Proprio mentre il leader d’Italia viva entrava al Quirinale per le consultazioni col presidente della Repubblica – diventate necessarie dopo la crisi politica aperta dallo stesso senatore di Rignano – in Arabia è stata trasmesso l’intervento registrato dell’ex segretario del Pd al Future Investment Initiative (Fii), ribattezzato dai locali come la “Davos del deserto“. È per partecipare a questo appuntamento che Renzi era volato in Arabia Saudita proprio in piena crisi politica, rientrando in fretta e furia dopo le dimissioni di Giuseppe Conte. A pagare il volo di ritorno, come scrive Il Fatto Quotidiano, è stato lo stesso Future Investment Initiative Institute, una Fondazione saudita creata all’inizio del 2020 per decreto dal Re Salman bin Abd al-Aziz Al Saud, e nel quale Renzi siede nell’advisory board. Una nomina che gli garantisce “fino a 80mila dollari l’anno”. La vicenda era stata inizialmente raccontata dal quotidiano Domani.Sarà per questo che dialogando col principe bin Salman Renzi usa toni esageratamente entusiastici. Rievocando come il Rinascimento sia nato a Firenze proprio dopo “la peste, una pandemia” (paragone poi usato anche dopo le consultazioni con Sergio Matttarella) l’ex primo cittadino del capoluogo toscano ha sostenuto che quando nel mondo si parla dell’Arabia Saudita se ne riconosce l’importante ruolo di “playmaker nella regione, ma molte persone ignorano i grandi sforzi nello sviluppo delle città, a partire da Riad” . L’entusiasmo del leader del piccolo partito di Italia viva per il Paese arabo è senza confini: commentando le cifre degli investimenti in programma in Arabia Saudita, superiori al trilione di dollari, Renzi ha parlato di “numeri incredibili paragonati al debito pubblico italiano”. Poi ha rivolto al principe ereditario attestati di stima: “Penso che con la tua leadership e quella di re Salman il regno possa svolgere un ruolo cruciale e per me come ex sindaco è molto bello comprendere il ruolo delle città in questo progetto”. Giova ricordare che Renzi ha fatto cadere il governo perché definisce Conte “un vulnus per la democrazia“.
(Il Fatto Quotidiano)