La partita comincia ora perché la terza carica dello Stato spenderà ogni energia per cercare una convergenza su Conte. Partendo dai contenuti, considerato che l’ex presidente del Consiglio anche dopo il colloquio con il presidente della Repubblica ha parlato di programmi
No a governicchi. Chi oggi è salito al Quirinale è uscito con la consapevolezza che il presidente della Repubblica voglia un esecutivo solido per affrontare – come ha poi spiegato il Capo dello Stato – le tre emergenze, ovvero quella economica, quella sanitaria e quella sociale.
“Non sono emerse per ora ipotesi di altri esecutivi”, spiega una fonte parlamentare della maggioranza. Il mandato esplorativo al presidente della Camera Fico serve a verificare i numeri della maggioranza, ma soprattutto a capire se è possibile rimuovere gli ostacoli che arrivano dal leader di Iv sul nome del presidente del Consiglio dimissionario.
Renzi non ha mai scartato la possibilità di un esecutivo istituzionale ma qualora dovesse seguire quella strada – l’input dei rosso-gialli – si troverà solo o insieme alla destra. La partita comincia ora perché la terza carica dello Stato spenderà ogni energia per cercare una convergenza su Conte. Partendo dai contenuti, considerato che l’ex presidente del Consiglio anche giovedì dopo il colloquio con il presidente della Repubblica ha parlato di programmi.
“La decisione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è una scelta saggia che Italia Viva onorerà lavorando su vaccini, scuola, lavoro e ovviamente Recovery Plan”, ha messo in chiaro Renzi. Con una postilla: “Diciamo no alla caccia al parlamentare, diciamo si’ alle idee. No al populismo, sì alla politica”.
Un modo per far capire che finora la strada tracciata dal presidente del Consiglio dimissionario è stata fallimentare, l’accordo dovrà essere trovato sulle questioni sul tavolo, non attraverso un braccio di ferro sui numeri. In Italia viva non è passata inosservata l’apertura del centrodestra che ha lasciato aperta una porta su un ‘piano B’ che non sia il voto, ma per il momento si imboccherà la strada della trattativa sul ‘Conte ter’.
Con il Movimento 5 stelle e il Pd che si sono fatti garante della possibilità di arrivare ad un patto di fine legislatura, togliendo dal campo elementi divisivi. Non sarà facile però costruire l’architettura del Conte ter, anche partendo dalle fondamenta. Perché Iv, per esempio, Italia viva punta ad una discontinuità sul fronte della giustizia, sulla scuola, sull’economia e il Movimento 5 stelle e il Pd non intendono battere certamente in ritirata. sotto traccia resta la tentazione di Renzi di puntare ad un cambio a palazzo Chigi.
“Se vuole parlare di programmi noi lo abbiamo accontentato – dice un ‘big’ della maggioranza – Se, invece, vuole sfrattare Conte lo dovrà dire apertamente”. Per ora i numeri restano quelli attuali, la ‘caccia’ ai responsabili si è fermata e anche le manovre di disturbo del centrodestra che sta tentando di aggregare i malpancisti M5s non hanno portato frutti.
Ma all’interno del Movimento 5 stelle potrebbe pesare comunque la posizione di Di Battista, dell’ex ministro Lezzi e dei senatori che, come Morra, non hanno condiviso il sì al dialogo del Movimento 5 stelle con Renzi e guardano con sospetto alla retromarcia su alcuni punti considerati identitari come la riforma della prescrizione.
“Come si riuscirebbe con Renzi a formare un governo?”, la domanda che rimbalza sulle chat parlamentari. Il Pd però crede nella riuscita della mediazione. Se saltasse il ‘piano A’ potrebbe esserci l’ipotesi di un esecutivo del presidente. Sarebbe l’unica strada possibile, ma – osservano fonti rosso-gialle – sarebbe molto più concreta la prospettiva del voto anticipato.
(Agi)