Dal 1 febbraio in area arancione Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano. Nessuna regione o provincia autonoma in rossa
Cinque regioni in fascia arancione, tutte le altre in zona gialla.
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà in giornata, a quanto si apprende da fonti del ministero, nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 1 febbraio.
Sono in area arancione le Regioni Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano. Tutte le altre Regioni e Province Autonome sono in area gialla. Nessuna regione in zona rossa: scendono in arancione Sicilia e Provincia di Bolzano. Mentre molte regioni passano da arancione a giallo, comprese Lombardia e Lazio, di cui si è discusso in questi giorni. Con loro “guadagnano” un colore migliore anche Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Fvg, Liguria, Marche e Piemonte.
Cosa si può fare e cosa no con i diversi colori
Cosa si può fare e cosa no, quali negozi restano aperti. Le regole stabilite dal dpcm, ovviamente, variano da regione a regione, a secondo dell’indice di rischio, ma alcuni servizi sono garantiti in tutto il Paese, altri limitati da zona a zona. Nelle regioni arancione sono vietati gli spostamenti tra regioni e tra comuni (salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute, necessità, ed è sempre necessaria l’autocertificazione). Bar, pasticcerie e ristoranti sono chiusi ed è consentito solo l’asporto o la consegna a domicilio fino alle ore 22. Attività aperte fino alle ore 18, invece, in zona gialla.
Vale per tutti il “coprifuoco”, dalle 22 alle 5, e rimane la chiusura, sull’intero territorio nazionale, di cinema e teatri, la sospensione degli spettacoli dal vivo, lo stop ad una serie di attività sportive. E, infine, l’obbligo di indossare la mascherina, anche all’aperto, oltre al distanziamento sociale. Di fatto, le vere “armi” per contrastare in maniera efficace la diffusione del coronavirus.
Zona gialla
Bar e ristoranti
In quest’area è possibile consumare cibi e bevande all’interno dei bar, dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione, dalle 5.00 alle 18.00. Negli stessi orari è consentita senza restrizioni la vendita con asporto di cibi e bevande. La vendita con asporto è possibile anche dalle 18.00 alle 22.00, ma è vietata in tali orari ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina o commercio al dettaglio di bevande. La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario, ma deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti.
Palestre e piscine
Le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali sono sospese, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le attività riabilitative o terapeutiche e per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale con provvedimento del CONI o del CIP.
È consentito recarsi presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, dell’area gialla, per svolgere esclusivamente all’aperto l’attività sportiva di base, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli.
Spostamenti
È consentito spostarsi tra le ore 5.00 e le ore 22.00, all’interno della propria Regione o Provincia autonoma, nel rispetto delle specifiche restrizioni introdotte per gli spostamenti verso le altre abitazioni private abitate (descritte in questa stessa FAQ, più avanti). Dal 16 febbraio al 5 marzo gli spostamenti tornano invece ad essere consentiti da e per tutte le regioni ubicate in area gialla (salva l’eventuale sopravvenienza di nuove disposizioni limitative). Gli spostamenti verso altre Regioni o Province autonome sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
È sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Dal 16 gennaio 2021 è venuta meno l’esclusione delle cd. seconde case ubicate fuori regione dal novero delle proprie abitazioni cui è sempre consentito il rientro (si veda la FAQ specifica). Fino al 5 marzo 2021, resta in vigore anche il cosiddetto “coprifuoco”: dalle ore 22.00 alle 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
Per quanto riguarda le visite ad amici o parenti, in quest’area è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata della stessa Regione o Provincia autonoma, tra le ore 5.00 e le 22.00, a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro.
Zona arancione
Bar e ristoranti
È sempre vietato consumare cibi e bevande all’interno dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie, gelaterie etc.) e nelle loro adiacenze. Dalle 5.00 alle 22.00 è consentita la vendita con asporto di cibi e bevande, come segue:
– dalle 5.00 alle 18.00, senza restrizioni;
– dalle 18.00 alle 22.00, è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina o commercio al dettaglio di bevande.
La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario, ma deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti.
È consentita, senza limiti di orario, anche la consumazione di cibi e bevande all’interno degli alberghi e delle altre attività ricettive, per i soli clienti ivi alloggiati.
Palestre e piscine
L’attività motoria è consentita solo nell’ambito del proprio Comune. Le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali sono sospese, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le attività riabilitative o terapeutiche e per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale con provvedimento del CONI o del CIP.
È consentito recarsi presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, del proprio Comune o, in assenza di tali strutture, in Comuni limitrofi, per svolgere esclusivamente all’aperto l’attività sportiva di base, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli.
Spostamenti
Dal 16 gennaio al 5 marzo 2021, in area arancione, è consentito spostarsi all’interno del proprio Comune, tra le ore 5.00 e le 22.00, nel rispetto delle specifiche restrizioni introdotte per gli spostamenti verso le altre abitazioni private abitate (descritte in questa stessa FAQ, più avanti). Gli spostamenti verso altri Comuni sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
È sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Dal 16 gennaio 2021 è venuta meno l’esclusione delle cd. seconde case ubicate dentro e fuori regione dal novero delle proprie abitazioni cui è sempre consentito il rientro (si veda la FAQ specifica).
Resta in vigore anche il cosiddetto “coprifuoco”: dalle ore 22.00 alle 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
Per quanto riguarda le visite ad amici o parenti, in quest’area è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata dello stesso Comune, tra le ore 5.00 e le 22.00, a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro.
A chi vive in un Comune che ha fino a 5.000 abitanti è comunque consentito spostarsi, tra le 5.00 e le 22.00, entro i 30 km dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione o Provincia autonoma), anche per le visite ad amici o parenti nelle modalità già descritte, con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia.
Come sta andando l’epidemia in Italia
In Italia si registra “un decremento del tasso di incidenza dei casi, anche se è una decrescita lenta, tranne che a Bolzano. Vediamo un leggero aumento dei casi asintomatici o paucisintomatici e questo tiene conto del fatto che l’uso piu’ ampio dei test antigenici consente di individuare asintomatici. L’Rt è in calo, e questo è sicuramente positivo”, ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, al punto stampa sull’analisi dei dati della Cabina di Regia. Anche per la mortalità, ha sottolineato, “c’è una decrescita, abbastanza lenta. La curva in Italia è sostanzialmente stabile. Il nostro Paese si colloca al margine più basso tra gli altri paesi europei. Registriamo una decrescita lenta di ricoveri e terapie intensive”.
L’aumento dei casi è ancora possibile
“L’epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale” si legge nella bozza del report della cabina di regia.
“L’attuale quadro a livello nazionale – spiega il rapporto – sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive. Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. E’ fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il piu’ possibile”.
Calo terapie intensive, sotto la soglia di rischio
In calo i ricoveri in terapia intensiva anche questa settimana, con il tasso di occupazione a livello nazionale al 28%, sotto la soglia critica del 30%. “Scende il numero di Regioni – si legge nel report – che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (8 vs 12 la settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale si colloca sotto la soglia critica (28%)”.
Complessivamente, “il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.487 (19/01/2021) a 2.372 (26/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 22.699 (19/01/2021) a 21.355 (26/01/2021)”.
Tale tendenza a livello nazionale, avvisa il rapporto, “sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza impongono comunque misure restrittive”.
Nell’ultima settimana si osserva anche “una diminuzione delle allerte di resilienza riportate dalle Regioni/PPAA, con 16 Regioni/PPAA senza allerte segnalate (vs 13 la settimana precedente). Questa settimana una Regione (Friuli-Venezia Giulia) ha riportato molteplici allerte di resilienza”.
Si osserva inoltre “una diminuzione nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (29.432 vs 33.339 la settimana precedente) e aumenta la percentuale dei casi rilevati attraverso attivita’ di tracciamento dei contatti (31,7% vs 28,7%). Invece, rimane stabile la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (31,4% vs 31,5% la settimana precedente)”.
Infine, “il 23,6% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nel 13,3% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico”.
(Agi)