“La mamma positiva al Covid-19, che usa le opportune misure di precauzione, ha un rischio molto basso di contagiare il neonato. Se ha sintomi lievi è perciò possibile evitare la separazione dal suo bambino, poiché i benefici del rooming-in e dell’allattamento materno sono maggiori del rischio di contagio. È così che le nostre neonatologie, sin dall’inizio della pandemia, hanno scelto di tenere insieme la diade mamma-neonato, diversamente da quello che accadeva in Cina e negli Stati Uniti, dove madre e figlio venivano separati in modo sistematico.”
Il Prof. Fabio Mosca, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), interviene a supporto dello studio internazionale “COVID Mothers Study”, coordinato dall’Harvard Medical School di Boston e alla cui realizzazione hanno collaborato, tra gli altri, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e UNICEF Italia, recentemente pubblicato sulla rivista americana Breastfeeding Medicine. I dati dello studio attestano che quasi l’80% delle mamme risultate positive al Covid ha vissuto con angoscia la separazione dal figlio e che il 29% di esse non è stato in grado di allattare una volta riunite con i loro bambini.
Proprio per evitare il più possibile i suddetti effetti negativi, la SIN ha diffuso alle Neonatologie italiane, fin dal 28 febbraio 2020, quindi all’inizio della prima ondata della pandemia, le indicazioni su “Allattamento ed Infezione da Sars-CoV-2”, che sono state poi validate da un contributo scientifico multicentrico italiano di 6 Neonatologie lombarde, pubblicato sulla prestigiosa rivista Jama Pediatrics. Lo studio è stato condotto su un campione di 62 bambini, nati da madri positive al SARS-CoV-2, tra il 19 marzo e il 2 maggio 2020 e seguiti per 20 giorni di vita. Dei 62 neonati arruolati, nati da 61 madri e negativi alla nascita, solo 1 bambino (1,6%) è stato diagnosticato con infezione asintomatica da SARS-CoV-2 ai controlli post-parto.
Risulta chiaro che, con le opportune precauzioni, la mamma positiva al Covid-19 può abbracciare il suo piccino appena nato e vivere l’esperienza del contatto pelle a pelle, che favorisce il bonding e il buon avvio dell’allattamento. La mamma ha così la possibilità di attaccare subito il bimbo al seno e procedere anche nei giorni successivi con l’allattamento a richiesta.
La vicinanza con i genitori, di cui è dimostrata la capacità curante, è fondamentale anche per i nati prematuri. Occorre pertanto sostenere il più possibile la “Zero separation”, la campagna promossa da EFCNI European Foundation for the Care of Newborn Infants e supportata dalla SIN e da tante altre società scientifiche ed associazioni in tutto il mondo.
Con lo scoppio della pandemia, la SIN ha anche attivato un Registro Nazionale, che raccoglie i dati clinici derivanti dall’ assistenza dei neonati nati da madre affetta da coronavirus e i dati derivanti dal contagio entro il primo mese di vita.
“Sulla base degli ultimi risultati del nostro registro – continua il Presidente della SIN – il rischio di trasmissione postnatale da madre positiva a bambino durante il rooming-in risulta essere inferiore al 5%. Di 1414 neonati nati da madre positiva nell’anno 2020, 448 hanno richiesto cure in TIN o Patologia neonatale, spesso a seguito della gravità del COVID materno o della loro prematurità (sempre riconducibile all’infezione materna in gravidanza, o alla necessità di seguire l’adattamento neonatale dopo un parto mediante TC o, nella fase iniziale della pandemia, per la volontà di verificare lo stato di salute del neonato in una situazione clinica ancora poco nota).
Dei restanti 966 neonati, che erano asintomatici alla nascita e durante la degenza in ospedale, ben l’88,3% non è stato separato dalla mamma e ha effettuato il rooming-in e circa il 70% è stato allattato con latte materno, suggerendo una buona gestione da parte delle Neonatologie italiane, con adesione alle indicazioni della SIN. È ormai ben stabilito come le mamme con infezione da coronavirus in corso, ma in buone condizioni cliniche e disponibili a prendersi cura dei propri bambini, vadano incoraggiate a farlo, dopo essere state ben istruite sulle misure preventive da adottare, come il lavaggio delle mani e l’utilizzo della mascherina.
Lo studio internazionale “COVID Mothers Study” certamente ha il pregio di fotografare il disagio delle neomamme nel corso della pandemia, ma come SIN ci piace sottolineare come, pur in una situazione di allarme senza precedenti nelle Maternità, i dati italiani testimonino il grande e tempestivo sforzo di Neonatologia, Ginecologia e Ostetricia italiane e delle società scientifiche dell’area perinatale, SIP, SIGO, AOGOI, SIGO, AGUI, AGITE, FNOPO ed i ragguardevoli risultati ottenuti nel preservare la relazione madre-bambino.”