A distanza di due mesi esatti dalla morte del 35enne Luca Ventre, oggi pomeriggio all’aeroporto di Fiumicino è giunta la salma dell’imprenditore.
Il giovane è stato bloccato a Capodanno all’interno dell’ambasciata italiana a Montevideo, dove era entrato saltando il muro di cinta e chiedendo aiuto dicendo di essere minacciato da persone che volevano fargli del male.
Nella sede diplomatica Luca Ventre è stato tenuto a terra per 22 minuti da un poliziotto uruguayano, che gli premeva un braccio contro il collo fino a che non si è mosso più.
Nuovo audio sul caso Ventre: i testimoni del dramma
Il 35enne è quindi stato dichiarato morto un’ora e mezza dopo nel vicino ospedale della capitale dell’Uruguay. Alla luce soprattutto di quanto si vede dalle immagini delle telecamere di sorveglianza della sede diplomatica e dagli audio che i familiari della vittima hanno ottenuto dalle autorità uruguayane, in cui si sente un poliziotto chiamare la centrale e l’imprenditore in sottofondo dire che non riesce a respirare, oltre a quelli delle telefonate fatte da persone residenti nei pressi dell’ambasciata che chiedono alla polizia di intervenire per un uomo che è vittime di “torture”, la famiglia del 35enne ritiene che quest’ultimo sia stato soffocato come George Floyd negli Usa.
Un omicidio dunque, secondo i familiari, compiuto all’interno di una sede diplomatica da parte di un agente straniero che si trovava lì armato. Gli accertamenti medico-legali svolti in Uruguay sono contraddittori e domani mattina il sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Sergio Colaiocco, lo stesso del caso Regeni, farà eseguire una nuova autopsia sulla salma. Luca Ventre, romano di origine, poi trapiantato a Vicenza, era in Uruguay da otto anni.
Nuovo audio sul caso Ventre: l’agonia di Luca
“Vogliono uccidermi. Chiedo protezione”, ha urlato saltando il muro dell’ambasciata, dopo aver citofonato invano. L’inchiesta aperta dal sostituto procuratore Colaiocco, che ha delegato le indagini ai carabinieri del Ros, è per omicidio preterintenzionale. La consulenza medico-legale, una volta eseguito un nuovo esame autoptico, dovrebbe essere consegnata al magistrato al massimo entro 90 giorni. Per i familiari di Luca Ventre è stato intanto particolarmente complesso anche rimpatriare la salma.
“Abbiamo dovuto fare tre cause in Uruguay per ottenere il dissequestro – assicura il fratello della vittima, Fabrizio – e sia dall’ambasciata che dalla Farnesina abbiamo avuto solo problemi. L’ultimo quello della richiesta fatta a noi del tampone anti-Covid. Prima ci hanno detto che il trasporto era a carico nostro, mezz’ora dopo che avrebbero provveduto loro, poi che dovevamo chiamare comunque noi un’agenzia funebre e così via. Il corpo è arrivato ieri a Francoforte – prosegue – e cercavano da noi il passaporto sanitario”.
La salma intanto è stata trasportata all’obitorio del Verano e la famiglia dell’imprenditore spera sia in condizioni idonee per poter eseguire tutti i necessari accertamenti medico-legali. “Dopo due mesi – conclude con rammarico Fabrizio Ventre – dal Ministero degli esteri, dalla politica, non abbiamo avuto neppure mezza parola. Vediamo quando si accorgeranno di questo caso”.
(La Repubblica)