Il vice presidente Dombrovskis: “Il sostegno di bilancio deve continuare per tutto il tempo necessario”. Gentiloni: “Le politiche fiscali dovrebbero essere differenziate in funzione del ritmo della ripresa di ciascun Paese”
Non è il momento di fare mancare il sostegno fiscale all’economia. Per questo la Commissione europea è orientata a mantenere la Clausola di salvaguardia anche nel 2022 e disattivarla solo nel 2023. Il Patto di stabilità e crescita (con tutte le regole che comporta) resterà quindi sospeso anche l’anno prossimo per dare agli Stati membri più respiro nella spesa pubblica.
Attenzione però: i Paesi con il debito più alto – come l’Italia – devono fare attenzione sul medio termine e avere particolare prudenza. Questa è l’indicazione che arriva da Bruxelles. Sul lungo termine si farà una valutazione sulla revisione delle regole fiscali, destinate a cambiare nell’era post Covid. Non è escluso che si adotteranno regole diverse sulla base della situazione debitoria dei vari Stati membri. Non più quindi la ferrea norma del 3% nel rapporto deficit-Pil per tutti.
Prosegue il sostegno di bilancio
“Vi sono segnali di speranza per l’economia dell’Ue, ma per il momento la pandemia continua ad arrecare danni ai mezzi di sussistenza delle persone e all’economia in generale. Per attenuare questo impatto e promuovere una ripresa resiliente e sostenibile, il nostro chiaro messaggio è che il sostegno di bilancio debba continuare per tutto il tempo necessario. Sulla base delle indicazioni attuali la clausola di salvaguardia generale rimarrebbe attiva nel 2022 e sarà disattivata nel 2023″, ha spiegato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis.
“Per il 2022 è evidente che il sostegno di bilancio sarà ancora necessario: meglio sbagliare per eccesso che per difetto. Allo stesso tempo, le politiche di bilancio dovrebbero essere differenziate in funzione del ritmo della ripresa di ciascun Paese e della situazione del suo bilancio”, ha confermato il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni. Il suggerimento di entrambi è puntare al massimo sui fondi del Next Generation Eu per gli investimenti.
L’ipotesi di nuove regole
Resta tuttavia alta l’attenzione per i Paesi con alto debito, tra cui ovviamente l’Italia. “Non abbiamo ancora elaborato le raccomandazioni per Paese ma chi ha un livello elevato di debito consigliamo fin d’ora una politica fiscale prudente, utilizzando i fondi del Recovery per finanziare investimenti addizionali”, ha indicato Dombrovskis. “Pur conservando delle politiche di sostegno, espansive nell’insieme, i Paesi con alto debito devono fare attenzione al medio termine, e non introdurre pesi che diventino permanenti“, ha rincarato Gentiloni.
E parlando di medio termine torna sul tavolo la discussione per la modifica delle regole fiscali. “La revisione del Patto di stabilità è stata lanciata prima della pandemia” e “riprenderà una volta che la crisi sarà superata” ma nonostante “le regole siano state scritte anni fa il problema rimane sempre quello di bilanciare la crescita con la stabilità fiscale”, quindi “non porteremo avanti idee ‘precotte’, ma ci baseremo sulla consultazione pubblica”, ha confermato Dombrovskis che auspica “un ampio consenso sulle modifiche”.
(Agi)