“Il popolo iracheno – ha detto il Pontefice – ci aspetta; aspettava San Giovanni Paolo II, al quale è stato vietato di andare. Non si può deludere un popolo per la seconda volta”. La lettera del presidente Mattarella nel giorno della partenza: “I più fervidi auguri per questa impegnativa missione”
L’aereo dell’Alitalia con a bordo papa Francesco è atterrato all’aeroporto di Baghdad. Comincia così la storica visita del primo Pontefice in Iraq. Come da programma il volo è atterrato all’aeroporto alle 14, ora locale.
L’Airbus A330 era decollato dall’aeroporto di Fiumicino alle 7.45. Il Pontefice resterà per quattro giorni in Iraq e il suo rientro è previsto nella tarda mattinata di lunedì.
Prima di lasciare Casa Santa Marta, Papa Francesco si è intrattenuto brevemente con 12 rifugiati iracheni accolti dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Cooperativa Auxilium, accompagnati dall’Elemosiniere, card. Konrad Krajewski.
Prima di imbarcarsi, il pontefice ha salutato le autorità civili e religiose presenti, poi, con la borsa nera nella mano sinistra e la mascherina sul volto, è salito sulla scaletta per raggiungere il portellone di ingresso dell’aereo.
Qui, il breve saluto all’equipaggio di undici persone, composto da tre piloti e otto assistenti di volo coordinati dal comandante Alberto Colautti. A bordo anche l’immagine della Vergine di Loreto, a cento anni dalla sua proclamazione di patrona degli aeronauti, e mentre è in corso il Giubileo lauretano che Francesco ha prorogato fino al 10 dicembre 2021.
Al momento di lasciare il territorio italiano, il Santo Padre ha fatto pervenire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella il consueto telegramma di sorvolo con l’auspicio di prosperità e serenità esteso a tutta la popolazione.
Come ha ricordato il Santo Padre mercoledì scorso all’udienza generale, la visita ad una nazione è accompagnata da una trepidante attesa.
“Da tempo – ha affermato Francesco dopo la catechesi – desidero incontrare quel popolo che ha tanto sofferto; incontrare quella Chiesa martire nella terra di Abramo“. Il Papa, mercoledì scorso, ha anche ricordato il desiderio non avverato del suo predecessore, Papa Wojtyla, di recarsi in Iraq.
“Il popolo iracheno – ha detto – ci aspetta; aspettava San Giovanni Paolo II, al quale è stato vietato di andare. Non si può deludere un popolo per la seconda volta”. Il primo viaggio apostolico in un Paese a maggioranza sciita, dilaniato negli ultimi decenni da laceranti conflitti, è anche preceduto da “un pensiero insistente”.
Quello del Papa condiviso il 10 giugno 2019 durante l’incontro con i partecipanti all’assemblea della riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali.
“Un pensiero insistente – ha detto in quell’occasione il Santo Padre – mi accompagna pensando all’Iraq, dove ho la volontà di andare il prossimo anno, perché possa guardare avanti attraverso la pacifica e condivisa partecipazione alla costruzione del bene comune di tutte le componenti anche religiose della società, e non ricada in tensioni che vengono dai mai sopiti conflitti delle potenze regionali”.
Quella odierna per Francesco è una giornata scandita dai primi incontri. All’arrivo a Baghdad, il primo previsto è quello con il premier iracheno, Mustafa Abdellatif Mshatat, conosciuto come Al-Kadhimi nella sala VIP dell’aeroporto della capitale.
Quindi il trasferimento al Palazzo presidenziale per la cerimonia ufficiale di benvenuto e la visita di cortesia al presidente della Repubblica irachena, Barham Ahmed Salih Qassim, nello studio privato del Palazzo.
Al termine, il primo discorso ufficiale che il Papa terrà in terra irachena rivolto alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico e subito dopo, quando in Italia saranno le 14.15 circa, il trasferimento in auto sempre a Baghdad, alla cattedrale siro-cattolica di “Nostra Signora della Salvezza”, per l’abbraccio con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i catechisti.
La lettera di Mattarella
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato a Sua Santità Papa Francesco, il seguente messaggio: “Desidero far pervenire a Vostra Santità un sentito ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi nel momento in cui – dopo la lunga pausa imposta dalla pandemia – si accinge a partire per il tanto desiderato Viaggio Apostolico in Iraq”.
“Realizzando un proposito che San Giovanni Paolo II non poté attuare, la Sua presenza in Iraq rappresenta per le martoriate comunità cristiane di quel Paese e dell’intera regione una concreta testimonianza di vicinanza e di paterna sollecitudine”
“La missione di Vostra Santità assume, inoltre, una particolare valenza quale segno di continuita’ dopo il Viaggio Apostolico negli Emirati Arabi Uniti, compiendo un ulteriore passo lungo il cammino tracciato dalla dichiarazione sulla fratellanza umana.”
“Giungano quindi a Vostra Santita’ i piu’ fervidi auguri per questa impegnativa missione, unitamente alle espressioni del profondo affetto del popolo italiano e della mia personale considerazione”
(Agi)