Il prefetto di Viterbo Giovanni Bruno ha chiesto l’intervento dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) per indagare sull’origine dei boati provenienti dal sottosuolo avvertiti nelle ultime settimane a Orte.
Bruno ha così accolto l’appello del sindaco Angelo Giuliani che dopo l’ultimo violento boato, avvertito alle 19 di giovedì nel quartiere di Petignano, aveva chiesto un coinvolgimento, oltre che dell’Ingv, anche dei vertici regionali di vigili del fuoco e Protezione civile.
Il sindaco Giuliani avanza un’ipotesi: che “l’attività riscontrata nel nostro territorio potrebbe avere cause idrotermali che hanno dato luogo a micro scosse di terremoto”. Un’ipotesi, questa, che però dovrà essere ulteriormente approfondita nei prossimi giorni, anche alla luce del boato di Petignano. Un rumore violento, avvertito per la prima volta dalla popolazione in una zona diversa dal centro storico, distante un paio di chilometri dalla Rupe tufacea (dove finora sono stati avvertiti gli altri boati) e sulla riva opposta del Tevere, quella sinistra. C’è da capire, appunto, se la natura di quest’ultimo boato sia la stessa di quelle avvertite in centro e se siano collegate tra loro. In questa circostanza, secondo le testimonianze, si è trattato di un rumore forte, di un tonfo di una forza tale da far vibrare gli oggetti, i pavimenti e le pareti delle case: paragonabile a una scossa di terremoto. Alcune persone del quartiere sono anche scese in strada.
Da qui, come detto, l’appello al prefetto di Giuliani per chiedere controlli più ampi e dettagliati con uomini, mezzi e strumenti che solo le autorità competenti in materia possono mettere in campo. Nei giorni scorsi c’era stato l’intervento dei vigili del fuoco che nei sopralluoghi, compiuti con l’ausilio di un elicottero, non avevano rilevato cedimenti strutturali di qualche caseggiato abbandonato e nessuna microfrattura, sia su abitazioni che pareti rocciose. In precedenza il Comune aveva chiesto alla società del gas e a quella dell’acquedotto di effettuare verifiche sui rispettivi impianti che in entrambi i casi hanno dato esito negativo. Stesso risultato al termine di un controllo effettuato nella Orte Sotterranea da parte dell’associazione che si occupa delle visite. Anche in questo caso nessuna anomalia. Visto che, grazie al vigili del fuoco è stato escluso anche un possibile cedimento strutturale in superficie, il Comune ha dato poi mandato al geologo Adriano Bonifazi di effettuare rilevazioni di suoni sulla rupe del centro storico per cercare di capire l’origine dei rumori. Proprio qualche settimana fa, boati molto simili a quelli di Orte sono stati avvertiti a Capena e distintamente nel quadrante nord est di Roma. Anche in quel caso, nessun danno a cose o persone, quindi nessun fenomeno esplosivo “contingente”. Gli esperti dell’Ingv dopo gli accertamenti hanno giustificato i boati come “un fenomeno di sifonamento carsico”, non legato a terremoti veri e propri ma a movimenti d’acqua del sistema carsico sotterraneo, un evento naturale che sembra essere piuttosto diffuso nel Lazio. Sarà così anche stavolta?
(Corriere di Viterbo)