26 Dicembre, 2024
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Vaccini e Giustizia, gli avvocati romani: “Lo sciopero bianco non è una soluzione”

“Imporre il proprio punto di vista, minacciando l’interruzione delle udienze è un metodo che non possiamo condividere. Avvelenare i pozzi dove tutti si abbeverano non è nello stile dell’Avvocatura”. Così Antonino Galletti, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, nel commentare la nota dell’Associazione Nazionale Magistrati in cui si paventa il rallentamento e addirittura il blocco delle udienze in mancanza di vaccini per gli operatori della Giustizia, magistrati, avvocati e personale di cancelleria.

“Il fatto di essere inclusi anche gli Avvocati nell’elenco delle categorie che secondo ANM dovrebbero essere vaccinate in via prioritaria non può indurci ad accettare come soluzione quella di proporre una sorta di sciopero bianco che rallenti ulteriormente la macchina della Giustizia, che come tutti sappiamo già è lenta di per sé senza bisogno di ulteriori inciampi sul cammino – spiega Galletti – per cui giudichiamo questa posizione dell’ANM un errore che altro non fa che aumentare la confusione in ordine a un tema così delicato”.

“Il Governo ha indicato il criterio dell’età come la traccia da seguire nel prosieguo della campagna vaccinale – prosegue il Presidente del COA Roma – un metodo anche condivisibile ed oggettivo, se non fosse che già altre categorie (escludendo gli operatori sanitari, per esempio, le forze dell’ordine, i militari, il personale scolastico…) hanno ricevuto il vaccino in ragione del servizio svolto. La posizione che gli avvocati hanno assunto dal principio è stata semplice e lineare: ragioniamo tutti insieme da un punto di vista tecnico-giuridico intorno ai concetti di servizio pubblico essenziale e categoria a rischio.  Esistono professioni che rientrano in entrambe le classi e che andrebbero vaccinate in via prioritaria non per farne dei privilegiati, ma per garantire ai cittadini un servizio – quello della Giustizia – che non va in quarantena. Ma si sa, in questo Paese spesso si agisce e poi si valutano le conseguenze delle azioni, spesso senza ascoltare il parere dei tecnici”.

“Non è ancora troppo tardi comunque per avviare un ragionamento su queste categorie – conclude Galletti – ma certo non è questo il tempo per proclami e minacce di serrate. Gli avvocati italiani hanno continuato a lavorare a tutela dei diritti e delle libertà dei propri assistiti durante la prima, la seconda e la terza ondata e continueranno a farlo. E invitano le forze politiche e le parti sociali a discutere senza pregiudizi sulle reciproche posizioni, ma pure senza dettare pericolosi aut aut che non fanno il bene di nessuno”.

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