Il rovescio della medaglia di una Rete che affascina ma che non perdona
Chiunque naviga per mare o in cielo sa bene che è indispensabile fare un piano di navigazione (o di volo) prima di partire, tenere sotto stretto controllo la strumentazione di bordo, monitorare costantemente le carte, seguire le indicazioni dei radiofari, attenersi scrupolosamente alle rotte stabilite, restare in contatto con una torre di controllo. Per diventare comandanti servono anni di studio e di esperienza, umiltà verso l’immensità che si attraversa ogni giorno, raffinate doti di prudenza, intuito, attenzione.
Tutto questo non vale, però, per i milioni di navigatori del web, lo sterminato spazio virtuale della Rete dove ognuno di noi trascorre sempre più tempo; e nella stragrande maggioranza dei casi i naviganti del cyber spazio non hanno fatto alcun corso di formazione, conoscono superficialmente gli strumenti che usano, si fidano del proprio intuito ma non diffidano delle insidie, seguono a caso le rotte dei loro viaggi virtuali che li separano spensieratamente da una realtà molto meno confortante.
Così in Rete ormai si trova l’anima gemella, la soluzione a ogni problema, l’accesso illusorio all’onniscienza, un conforto per la solitudine; in Rete si fa shopping, la Rete diventa la babysitter dei nostri figli, la possibilità e l’alternativa. I social sono le moderne agorà virtuali dove ci si scambiano opinioni, consigli, insulti; il mondo incantato dove anche i mediocri possono contestare i dottori, il grande oceano in cui la verità è diluita troppo, e troppo spesso, con la menzogna, perdendo la propria trasparenza.
Siamo naviganti spensierati e ignari dei pericoli, dei predoni del web che assalgono le nostre identità digitali, che insidiano le nostre risorse, saccheggiano i nostri conti correnti, devastano la nostra intimità, ci ingannano, aggrediscono i nostri figli, li incantano e li trascinano nelle suadenti rotte della perdizione. Quale comandante sensato affiderebbe il proprio figlio alle correnti dell’oceano senza che prima abbia imparato a conoscere le rotte, i venti, gli strumenti? Perciò, se vi capita di avventurarvi nel web, sappiate che è vasto, insidioso, utilissimo ma complesso, è una maga Circe che obnubila e distrae dalla realtà con un baratto virtuale. È un appello ai naviganti, questo: come il cielo e il mare sono stupendi e indispensabili, altrettanto lo sono il cyber spazio e le sue possibilità, ma immergiamoci nella sua immensità con piccoli passi prudenti e consapevoli, lasciandoci accarezzare dall’ebbrezza delle infinite possibilità senza trascurare la magia che c’è nella manina di nostro figlio che ci cammina accanto: niente potrà portarci più lontano di un sorriso rubato allo stupore, dell’incantesimo di un proposito condiviso, della pace riposta in uno sguardo grato. Un appello ai naviganti, affinché non si debbano ricevere ancora messaggi di SOS.
Gianluca Di Pietrantonio, criminologo forense
da L’agone, marzo 2021, pagina 3