22 Dicembre, 2024
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Torna in libreria Silvana Campese con il romanzo fantapolitico “Memorie dal futuro”

Nel romanzo fantapolitico “Memorie dal futuro”, Phoenix Publishing pagg 250, 18,50 €, Silvana Campese racconta, in maniera fantastica e metaforica, esperienze e passaggi della propria esistenza: il cammino, il transito nel tempo e nello spazio, innanzitutto intellettuale. Lo fa in maniera immaginifica, e persino visionaria per molti aspetti, con l’ambizione di lanciare un ammonimento a coloro i quali desidera destinare questo lavoro, i giovani. La narrazione da subito fa intravedere un percorso collettivo di ricerca, scoperta e rivelazione. Il desiderio di conoscenza, soprattutto nell’eroe odisseano Cisarò, è l’irrefrenabile motore di tutta la vicenda, una forza interiore cui nessuna guardia può opporsi, perché nessuna censura, nessun limite o repressione possono tenere carcerato il pensiero.

Cisarò sfida la Legge dei Saggi che regola la vita di ogni abitante della terra e parte alla ricerca della conoscenza per poi formare il fatidico gruppo degli Inseparabili. Galassia Clio, antenata del villaggio nella quale Silvana Campese si identifica, dà vita e voce al suo personaggio a cui consegna il testimone nella speranza che passi di mano in mano. Il percorso si svolge in vari luoghi, tra cui Napoli e quel che resta della non ben identificata catastrofica fine del mondo.

“La struttura narrativa che ho scelto”, spiega l’autrice “mi ha consentito di esprimere le mie opinioni sul futuro del pianeta in relazione agli sconvolgimenti climatici e pandemici o di altro genere che quel degrado stava già provocando quando, nel 2001, ho cominciato a scrivere il romanzo. A motivarmi furono, e sono, proprio la rivolta dolorosa nel profondo del mio animo contro quei fattori pericolosi e devastanti che andrebbero combattuti tutti, collettivamente e senza sosta. Fattori che continuano a generare conseguenze allarmanti, non ultimo l’inquinamento ambientale e climatico, il surriscaldamento globale e loro apocalittiche prospettive, a cominciare dagli stravolgimenti ambientali e la nascita di nuovi virus, come il Covid19 attualmente in corso”.

Dall’ultimo capitolo del romanzo, Silvana Campese elabora un passaggio che risulta efficacemente introduttivo e funzionale allo scopo di presentare la sua opera: “Avevamo ricominciato daccapo. Dal Punto Zero. Quelli del Dopo di noi sapranno se la gestione del Potere diventerà migliore di quella del Passato Proibito. Sopravvissuti e pesti, contaminati e malati, ancora avevamo la Moria, l’Archeologia devastante del Passato Proibito con le scheletriche testimonianze di Paesi e città bombardate e terre ancora piagate e cieli plumbei e freddo gelido e caldo atroce. Ed eravamo esposti alle ire del Pianeta vigliaccamente ferito, che ancora reagiva con i suoi violenti, inarrestabili uragani e le grandi, incontrollabili alluvioni e i suoi terremoti di incommensurabile forza. E i venti sterminatori che diffondevano morbi non curabili”.

Il “punto zero” rappresenta il luogo regolatore e governatore della dimensione semi-primitiva illustrata nel modo in cui deve apparire agli occhi dei suoi abitanti, per volontà di chi comanda nel villaggio alle falde della montagna (il Taburno) da cui si dipana il lungo e avventuroso racconto.

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