L’assessore alla cultura di Manziana, Eleonora Brini, ci parla del progetto che ha coinvolto diversi comuni del territorio “Non ci resta che leggere… Millequattro, quasi Millecinque”
Come nasce il progetto “Non ci resta che leggere… Millequattro, quasi Millecinque”?
Il progetto sarebbe dovuto essere molto diverso rispetto a come l’avevamo pensato, poi ovviamente l’emergenza sanitaria del COVID ci ha purtroppo costretti a rivedere tante cose. “Non ci resta che leggere… Millequattro, quasi Millecinque” nasce dalla volontà di scoprire le comuni radici del territorio, che unisce gran parte dello stato di Bracciano, il feudo Orsini a nord di Roma. Le dieci biblioteche del sistema bibliotecario Ceretano Sabatino, grazie ad un finanziamento della regione Lazio per l’avviso “La cultura fa sistema 2019”, hanno dato vita ad un progetto incentrato sul piacere della lettura e della scoperta del territorio in base alla documentazione. Si tratta di una serie di documenti archivistici conservati per la maggior parte nell’archivio storico capitolino a Roma, dove si trova anche l’archivio Orsini, e parla del funzionamento dell’amministrazione dello Stato, che era il feudo Orsini, e della vita quotidiana. Per la documentazione in nostro possesso il periodo va dalla fine del Quattrocento per arrivare oltre alla metà del Seicento, quando il dominio passa in altre mani. Abbiamo trovato anche una serie di libri che ci parlano degli Orsini, rimanendo più o meno fedeli alle realtà storiche e unendo l’emozione della grande letteratura alla scoperta di vite che si sono svolte vicino a noi, ma nel passato. Scopriamo quindi che anche autori molto importanti, come ad esempio William Shakespeare, grande drammaturgo inglese, e Stendhal, ci parlano dei nostri Orsini. Il progetto avrebbe dovuto comprendere rievocazioni storiche in tutti gli scenari Orsini, o comunque storici dei nostri dieci comuni, con autori in costume, anche attività didattica nelle scuole puntando sul target un pochino più complesso della scuola media, per parlare della scrittura dei manoscritti e del passaggio all’edizione di libri dopo la scoperta della stampa. Inoltre erano previsti una serie di reading, sempre in tutte le biblioteche del sistema prendendo spunto dai testi letterari e storici degli Orsini, oltre che da film. Noi avevamo pensato a questo progetto come un progetto interdisciplinare, che potesse abbracciare non solamente quello che è il piacere e l’attività della lettura, ma anche la cinematografia, la letteratura, la bibliografia. Ovviamente però, come abbiamo già detto, la pandemia ci ha costretto a ripensare i modi per poter valorizzare il patrimonio, e siamo stati ovviamente costretti a riformulare quello a cui avevamo pensato. Le rievocazioni storiche sono state fatte per un pubblico più ampio, che sono stati poi pubblicati in rete su YouTube, girando le riprese in un teatro davanti ad un green key, e utilizzando le foto scattate nelle diverse location come sfondo; il reading è stato dunque eseguito davanti alla telecamera. La prima puntata di questo progetto è stata mandata in onda lo scorso 30 marzo alle ore 11.30 ed è stato messo sul canale YouTube. L’ultima traccia elaborata, ambientata nell’ambito della peste nel 1656, ci fa chiudere il cerchio descrivendo un lockdown ante litteram e parlando di sotterfugi escogitati all’epoca per fuggire ai dettami troppo restrittivi per il gusto di qualcuno. Questo è in grosso modo quello che avrebbe previsto il progetto, quello che avevamo pensato, e quello che poi abbiamo potuto realizzare.
Questo progetto come ha arricchito culturalmente il nostro territorio?
È un progetto bellissimo a cui noi abbiamo lavorato per moltissimo tempo, che ci ha messo e ci ha tenuto in contatto con quelle che sono le risorse del nostro territorio. Chiaramente è stato importante perché fare un lavoro su un archivio storico e sulla famiglia più importante dell’epoca sul nostro territorio ci ha permesso di viaggiare con la mente e di ricreare dei cantieri storici. Questa è stata una cosa di fondamentale importanza perché per poter vivere il presente e guardare verso il futuro è fondamentale non dimenticare le proprie radici. Quindi creare un lavoro che avrebbe dato spazio a molti professionisti del luogo, tra cui attori, archivisti e amministratori comunali ha permesso di ricoprire fatti che non sono stati dimenticati, ma coperti dalla polvere. Questo progetto, perciò, ci ha permesso di tirare fuori cose che noi amministratori non conoscevamo e di divulgarle alla cittadinanza, proprio per questa importanza di costruire un legame con la storia del nostro territorio.
Questo progetto si basa sulle tradizioni eppure si è svolto completamente online, pensa che in questo modo gli sia stata resa abbastanza giustizia oppure in presenza sarebbe stato più approfondito?
Allora sicuramente potendolo trasmutare online ha raggiunto una fetta di pubblico alla quale non saremmo riusciti ad arrivare e sicuramente sposa quelle che sono le tecnologie più utilizzate, ma probabilmente anche quelle più amate dai giovani, fatto sta che gli eventi realizzati normalmente in presenza e che quindi prevedono un confronto con varie tipologie di persone sono la cosa che più ci sta a cuore e anche quello che poi più ci manca oggi, perché oggi più che mai dopo un anno di “ reclusione forzata“ dovuta da eventi causa forza maggiore, Sappiamo e abbiamo capito quanto ci manca uscire e vivere tutte quelle esperienze quotidiane che danno gioia a tutti… Perciò concludo dicendo che è importantissimo fare le cose in presenza, perché online sicuramente si perde così l’atmosfera, quello che abbiamo pensato ma si perde anche il contatto diretto soprattutto con i ragazzi, i bambini ma in generale con tutto l’ambiente scolastico perché i reading di questo progetto li avevamo pensati proprio in queste location, ma si perde proprio anche la bellezza di vedere i particolari di questi tipi di progetti per esempio un abito d’epoca dal vivo oppure proprio visitare i posti interessati; possiamo dire che essendo stato condotto online ha raggiunto molte più persone che al contrario in presenza non sarebbero riuscite ad essere presenti ma sicuramente la presenza è fondamentale e anche diversa dal punto di vista del contatto umano che è ciò che rende così importanti questi progetti.
Jacqueline Velia Guida, Giorgia Irimia, Martina Rosa.