Tutta l’Avvocatura italiana a congresso per discutere di Giustizia e far sentire la voce unitaria del mondo forense al tavolo delle riforme.
È questo lo spirito con cui l’OCF – Organismo Congressuale Forense, per legge organo di rappresentanza politica degli avvocati – chiede di convocare con urgenza la sessione ulteriore del XXXIV Congresso Nazionale “estendendo l’ordine del giorno al tema, prioritario, della sostenibilità della Giurisdizione e della Professione forense, anche in relazione all’utilizzo delle risorse del Recovery Fund, oltre ai temi già indicati delle riforme dell’Ordinamento Forense e dell’Ordinamento Giudiziario e delle conseguenti modifiche dello Statuto Congressuale”.
“Ci troviamo di fronte al piano di investimenti strutturali più importante del secondo dopoguerra dopo il piano Marshall – spiega il Coordinatore OCF Giovanni Malinconico – un’occasione irripetibile per affrontare i problemi strutturali della Giustizia, resi tanto più evidenti dalla crisi che una parte della Magistratura si trova ad affrontare. Davanti alle ventilate ipotesi di riforma, per ora discusse solo nelle segrete stanze dei palazzi, l’Avvocatura italiana deve poter dire la sua portando il contributo tecnico che serve al dibattito, al di là delle bandierine della politica”. E la voce unitaria dell’Avvocatura non può che levarsi dal Congresso, vera Assemblea Generale del’Avvocatura Italiana.
Fra le ipotesi, quella di convocare il Congresso alla Fiera di Roma, una struttura capace di settemila posti, dunque ben in grado di ospitare con il dovuto distanziamento i 900 delegati.
“Vista l’accelerazione impressa dal Governo al dibattito, tanto da far ritenere che le riforme ipotizzate saranno approvate dal Parlamento entro l’autunno – conclude Malinconico – il Congresso dovrebbe essere convocato subito, entro il termine di dieci giorni dalla richiesta, e calendarizzato nel più breve tempo possibile, comunque non oltre il luglio prossimo”.