22 Novembre, 2024
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Ladispoli: inaugurata la prima statua al mondo di Caravaggio in bronzo

Sabato 15 maggio 2021, sul lungomare Marina di Palo di Ladispoli, si è svolta l’inaugurazione della prima statua al mondo in bronzo di Caravaggio. L’opera è stata realizzata, per il comune e per i cittadini, dal pittore e scultore Sergio Bonafaccia, che ha un legame strettissimo con Ladispoli e con Michelangelo Merisi. Bonafaccia possiede inoltre una galleria all’hotel Villa Margherita di Ladispoli, dove gli è stata fatta un’intervista che si svolge proprio in questi due luoghi protagonisti della giornata.

Come si è avvicinato a questo progetto?

Io oltre ad essere un pittore che imita Caravaggio, porto avanti con altre persone dei convegni dove cerchiamo di far conoscere la verità sulla vita del grande artista, che sicuramente non è quella scritta sui libri. Per affermare ciò, ci basiamo su prove certe.

Da dove nasce la sua passione per Caravaggio?

La passione per Caravaggio per un pittore penso che sia il punto d’arrivo, perché è un artista che ha inventato la modernità e che ha scardinato tutti quei vecchi concetti che avevano i pittori grandi, come Michelangelo o Leonardo Da Vinci, che tutto quello che vedevano lo facevano più bello di come lo vedevano; invece Caravaggio ritraeva la realtà: se ad esempio vedeva che su un vestito c’era uno strappo, lui lo includeva comunque nel dipinto. Caravaggio così ha scardinato tutti i concetti vecchi, che non piacevano più a nessuno, ed è stato un innovatore.

Le piacerebbe parlarci del suo percorso artistico?

Il mio percorso artistico nasce quando avevo all’incirca 22 anni. A quel tempo disegnavo e basta, ma piano piano ho conosciuto un pittore – e io non sapevo nemmeno che cosa fosse la pittura ad olio – allora gli ho chiesto se avessi potuto frequentare il suo laboratorio, dove mi ha spiegato alcune nozioni. Dunque ho iniziato a dipingere scene di caccia e paesaggi e gli sono talmente piaciuti che mi ha chiesto se volessi esporli insieme a lui in una mostra dopo solo quattro mesi dal mio inizio. Il giorno dell’esposizione arrivò un uomo con la barba – non me lo scorderò mai – che chiese chi fosse l’autore di quei quadri. Gli risposi di essere io e allora lui se ne andò, tornando poco dopo con i suoi allievi a cui disse di prendere i pennelli, portarli a casa e non venire più a frequentare le sue lezioni. Da quel momento ho capito che forse c’era un qualcosa, allora ricevetti le critiche da tecnici importanti di quella mostra che mi dissero che, nonostante la bellezza dei miei quadri, mancava loro una cosa, ovvero un messaggio che dovevo trasportare alle persone.

Poco tempo dopo fu organizzata una mostra dedicata alla tragedia di Chernobyl, così realizzai un quadro che raffigurava dei lobi, a rappresentare l’atomo, dalla cui spaccatura uscivano delle oche selvatiche: l’atomo era il simbolo della distruzione, infatti ho rappresentato anche un paesaggio devastato, ma anche il simbolo di vita e di energia. Vinsi quella mostra e da lì ho cominciato il mio percorso.

Video dell’inaugurazione della statua: 

Video dell’intervista all’artista Sergio Bonafaccia: 

Giulia De Luca, Jacqueline Velia Guida, Giorgia Irimia

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