22 Novembre, 2024
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Si torna al ristorante (al chiuso), ma solo 4 a tavola

Il ministero della Salute precisa le linee guida sulle riaperture: il limite resta sia nelle zone gialle che in quelle bianche, a meno che non si sia tutti conviventi

Si torna al ristorante (al chiuso), ma resta il limite di 4 commensali a tavola, a meno che non si sia tutti conviventi, anche in zona bianca. Lo precisa il ministero della Salute, chiarendo che la disciplina non cambia e rimane quella stabilita nel Dpcm del 2 marzo, richiamato nel dl del 22 aprile, quello delle riaperture, e anche nella premessa delle Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali varate il 28 maggio.

Si potrà dunque tornare a pranzare e cenare anche nei locali al chiuso, fermo restando l’obbligo di mantenere il distanziamento, di indossare la mascherina quando ci si alza dal tavolo (obbligo di mascherina che deve essere rispettato sempre per il personale del locale) e il divieto di assembramenti. Nei ristoranti, così come nei bar, vale la regola del buffet: il cibo deve essere servito dal personale e i clienti possono servirsi da soli soltanto se si tratta di porzioni monodose. Altra piacevole novità che regala il sapore di un ritorno alla normalità è la possibilità di consumare caffè e cornetto al bancone del bar, purché venga rispettato il distanziamento di un metro e per questo “si deve consentire l’ingresso a un numero limitato di clienti per volta, in base alle caratteristiche dei singoli locali”. E, anche qui, quando non si mangia e si beve, bisogna obbligatoriamente indossare la mascherina. 

L’allentamento delle misure arriva in un’Italia in prevalenza in zona gialla ma con tre Regioni già ‘bianche’ – Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna – che dicono addio, in anticipo sul resto del Paese, al coprifuoco delle 23. Con la curva epidemiologica in costante discesa e la campagna vaccinale che procede spedita – ad oggi oltre 12 milioni gli italiani immunizzati con doppia dose e quasi 35 milioni le dosi somministrate – procede anche il cammino verso una maggiore conquista di libertà.

 

Il ritorno allo stadio

Altra apertura molto attesa dai tifosi, si torna allo stadio. E’ consentita, infatti, la presenza di pubblico agli eventi e alle competizioni di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) e del Comitato italiano paralimpico (Cip), riguardanti gli sport individuali e di squadra, organizzati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva o da organismi sportivi internazionali.

I posti a sedere dovranno essere preassegnati e dovrà essere assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale. La capienza consentita non potrà essere superiore al 25% di quella massima autorizzata e, comunque, il numero massimo di spettatori non potrà essere superiore a 1.000 per impianti all’aperto e a 500 per impianti al chiuso.

Banchetti nelle zone bianche

Altro via libera, ma solo nelle zone bianche (per le Regioni gialle bisognerà aspettare il 15 giugno) per le feste e i banchetti dopo le cerimonie civili o religiose: tutti gli invitati però devono avere il ‘green pass’. Di cosa si tratta: le “certificazioni verdi Covid-19” anche dette “green pass”, sono certificazioni che attestano la sussistenza di condizioni personali che consentono gli spostamenti sul territorio nazionale e sono rilasciate per attestare una delle seguenti condizioni: aver completato la vaccinazione anti-SARS-CoV-2; essere guariti dal Covid, con cessazione dell’isolamento; aver effettuato un test antigenico rapido o molecolare con esito negativo al virus SARS-CoV-2 (fatto nelle 48 ore precedenti).

Il certificato ha validità “dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale” e vale per 9 mesi. Se si è guariti dal Covid, invece, bisogna avere il certificato dell’ospedale, del medico di base o del pediatra.

(AGI)

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