22 Dicembre, 2024
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Talete, Salvatore Genova: «Il nostro primo obiettivo è fare chiarezza»

L’Amministratore unico di Talete Spa Salvatore Genova è intervenuto questa mattina nella trasmissione televisiva “Mi manda Rai3”, intervistato dalla coppia Lidia Galeazzo e Federico Ruffo al fine di fare chiarezza su alcune argomentazioni legate alla questione-acqua che sta creando non pochi equivoci a Viterbo e nella sua provincia. «Ringrazio per la possibilità che mi state dando di fare un po’ di chiarezza su questi temi importanti per tutta la provincia di Viterbo – ha subito precisato Genova – sono amministratore della società da appena due mesi e comunque mi sono sentito in dovere di accettare il vostro invito».
«Occorre prima di tutto fare chiarezza – ha poi aggiunto – su quali sono i comuni serviti da Talete; quelli del territorio dell’ATO 1 sono 61 (di cui 50 soci), ma Talete gestisce il servizio solamente per 31 di questi».

Interlocutori nel corso dell’intervista, oltre ai conduttori della tv di Stato, sono stati gli avvocati del Codacons e di un’associazione in difesa dei cittadini, oltre alla giornalista della testata “TPI” Veronica Di Benedetto Montaccini.
«Come è stato detto da chi mi ha preceduto – ha continuato l’amministratore unico di Talete Spa – sono attivi e funzionanti i dearsenificatori finanziati dalla Regione Lazio. Dei 31 comuni gestiti, 19 hanno problemi legati all’arsenico, i restanti 12 invece attingono l’acqua da fonti che non hanno queste problematiche. E qui aggiungo che in tutti i comuni gestiti da Talete i limiti di arsenico sono comunque sotto i limiti di legge. E’ chiaro, l’obiettivo è quello di ritorno a quota zero, ma in ogni caso come società nella gestione degli impianti che ci sono stati affidati siamo entro i parametri di legge».

E ancora: «Tra i comuni che gestiscono il servizio in autonomia, sei hanno adottato ordinanze perché hanno limiti di arsenico superiori alla norma Ma in questi sei ci sono comunque dearsenificatori che sono stati in parte finanziati dalla Regione Lazio. Quindi per quel che concerne il problema della provincia di Viterbo, ovvero la questione-arsenico, non voglio certo scaricarmi da responsabilità o non vedere il dilemma. Ma in questo momento da dati ufficiali della ASL pubblicati sul nostro sito, oltre che sui siti delle istituzioni e degli enti competenti, quelli che oggi risultano fuori dalla norma sono solo 6 comuni che non sono gestiti da Talete SpA».

Salvatore Genova ha poi puntato sui numeri: «Emettiamo 500.000 fatture l’anno, ragioniamo sul fatto che “chi lavora sbaglia” e quindi… è anche possibile commettere errori. Nel 2020 sono stati effettuati circa 16.000 ricalcoli pari a circa il 3% delle fatture emesse. I ricalcoli non sono errori ma rettifiche di fatturazione a fronte per esempio di emissioni in acconto. Talete è subentrata nella gestione del servizio idrico integrato nel 2006, ma non tutti i comuni sono passati immediatamente. Il comune di Tarquinia, per esempio, è subentrato e quindi ha ceduto il servizio a Talete Spa nel 2017. Questo sta a significare che prendiamo in carico una situazione che non abbiamo costruito. In passato abbiamo preso in gestione quello che “ci veniva affidato… nel momento in cui ci veniva affidato”. Gli errori? Possono essere dovuti a malfunzionamenti del contatore e le verifiche possono essere richieste dall’utente; e i contatori messi sotto sotto “banco di prova”». Poi ancora sui cosiddetti errori: «Possono essere “figli” di allacci abusivi, o dipendere dalle letture stimate sui contatori posizionati all’interno degli immobili, e quindi di impossibili rilevazioni da parte dei letturisti». Per la cronaca, Talete al fine di gestire meglio i rapporti con le utenze di qualsiasi natura, ha già informato tutti i sindaci della prossima apertura degli URP territoriali in aggiunta a quello nella propria sede di Viterbo.
Poi, per quel che concerne gli aumenti: «I rincari sono dovuti anche a una situazione relativa alla gestione del nostro ATO (Ambito territoriale ottimale, nda), Viterbo ha un ATO debole e quindi con costi alti. Il motivo? C’è una densità abitativa molto bassa e un numero elevato di impianti». Inoltre, sull’arsenico: «Dal 2018 i costi di dearsenificazione sono a carico dei cittadini, perché si è esaurito il contributo regionale previsto per i solo primi tre anni di gestione». «Infine – ha concluso l’amministratore unico di Talete Spa – le tariffe sono state redatte sulla base delle regole ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, nda), approvate dall’EGA (Ente gestore ambito, nda) territoriale, e sottoscritte dai sindaci».

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