Il ‘dottor Berti’ adescava le giovani sui social fingendosi un coetaneo. Otto i capi di imputazione e 13 le vittime
È stato condannato a 9 anni e 2 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 29mila euro un 50enne brianzolo che si fingeva ginecologo con il nome di “dottor Berti” per adescare e poi abusare ragazzine minorenni. È la pena inflitta dal gup di Milano Manuela Accurso Tagano nel processo con rito abbreviato riguardante un secondo filone d’indagine in cui l’uomo doveva rispondere di 18 capi d’imputazione, tra cui violenza sessuale, adescamento, pornografia minorile e sostituzione di persona, che avrebbe commesso tra l’aprile 2014 e il febbraio 2019.
Il pm Francesca Gentilini aveva chiesto una condanna a 10 anni di reclusione non accolta dal giudice perché ha assolto l’uomo da un episodio di adescamento. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 15 giorni.
Il “dottor Berti” era stato arrestato a inizio del 2019 dalla Polizia di Stato con l’accusa di aver abusato di una 15enne e di una 17enne e poi condannato a maggio 2020 a 8 anni dal gup Patrizia Nobile prima che la Corte d’Appello di Milano, ai primi di marzo, riducesse la pena a 5 anni e 8 mesi.
Stando alle indagini dei poliziotti dell’allora commissariato di Monza, il 50enne, ingegnere di professione, creava falsi profili sui social network per adescare le sue giovani vittime fingendosi coetaneo per convincerle ad affidarsi al finto professionista di fama mondiale dello “Studio Berti”. A quel punto entrava in scena il ginecologo “Alberto”, “25 anni, single e in cerca di una relazione seria” in grado di proporre il fantomatico metodo anticoncezionale “Neutro” alle giovanissime vittime per “evitare” alle malcapitate di “diventare frigide, di “avere bambini” e di “non piacere più a nessuno”.
Le indagini non si erano fermate alle prime due vittime ed erano continuate anche ricorrendo a un appello attraverso la trasmissione “Chi l’ha visto?” per raggiungere altre possibili vittime. Nei due anni di indagini, tra il novembre 2018 e l’ottobre 2020, gli inquirenti sono arrivati ad altre 11 minorenni, tra cui due che rispettivamente nel 2014 e nel 2018 sarebbero state anche abusate sessualmente.