Non è il paracadute di un collegio sicuro che interessa all’ex premier ma la rifondazione del Movimento 5 stelle. Intanto si aspettano tutti i dati degli iscritti da Rousseau, ci vorrà qualche settimana
L’idea di candidarsi a Roma ‘non gli è mai passata nemmeno per l’anticamera del cervello‘ e nemmeno l’ipotesi di poter correre in un collegio sicuro. Non è il paracadute che interessava ed interessa all’ex premier Giuseppe Conte, leader in pectore del Movimento 5 stelle ed ora più vicino al traguardo. E’, in sintesi, il quadro che continua a descrivere chi Conte lo conosce da vicino. La partita resta un’altra, la rifondazione del Movimento, anche se, per ottenere tutti, tutti, i dati da Rousseau, ci vorrà un po’ di tempo – diverse settimane, apprende l’AGI – come si era, peraltro, acquisito nelle scorse ore.
Il già presidente del Consiglio lo ha detto in chiaro al Corriere della sera e questo conferma l’entourage, mentre nella galassia 5 stelle c’è chi ritiene che un’eventuale candidatura dell’avvocato ‘del popolo’ sarebbe stata sponsorizzata più che da M5s dal Pd, in un tandem che avrebbe visto Enrico Letta in corsa per entrare in Parlamento in Toscana.
“Io non ho mai pensato di correre per il seggio di Roma. Mi farebbe davvero molto piacere restituire quello che Roma mi ha dato, ma non posso assumere impegni con i romani che non potrei mantenere. Devo dedicarmi a tempo pieno alla ripartenza del Movimento”, ha detto Conte. Che, sulla carta, Conte potesse scendere in campo per le suppletive della Camera – dopo l’addio al seggio di Emanuela Del Re, nominata rappresentante speciale Ue per il Sahel – è un dato di fatto.
Ma che fosse solo un’ ipotesi, fra i 5 Stelle, è stato subito altrettanto scontato, a meno di successivi sviluppi. Certo, se ne è parlato e le valutazioni che si sono raccolte sono state diverse: c’è chi ritiene che Conte non lo avrebbe fatto; chi sostiene che sarebbe un downgrading; chi osserva, anche nella maggioranza, che, invece, sarebbe un problema avere un capo politico che non sieda in Parlamento visto che, fra non molto, inizierà il confronto fra le forze politiche sull’elezione del capo dello Stato; chi ritiene che si vedrebbe meglio al Senato e che, in ogni caso, non vi sarebbe alcuna retrocessione nell’essere scelti dai cittadini dopo aver fatto il premier. Anzi, sarà nell’ordine delle cose che accada.
Se Conte avesse accettato o accettasse correrebbe per la Camera nella circoscrizione Lazio 1, collegio uninominale di Roma Primavalle dove è stata eletta l’ex viceministra agli Esteri che oggi non appare più blindato per M5s. Il collegio ricomprende i territori di Primavalle, Casalotti, la Pisana e parti dei quartieri Gianicolense, Aurelio e Trionfale. In quel territorio si sta portando avanti il progetto di Virginia Raggi della funivia Casalotti-Battistini. Nel 2016 il Movimento 5 Stelle conquistò senza problemi quei municipi sull’onda che portò Virginia Raggi al Campidoglio. Già nel 2018 le politiche videro Del Re vincere per un soffio con 39.550 voti su 170.706 aventi diritto. Il candidato del centrodestra perse per un’incollatura ottenendo 38.226 voti. Le ultime suppletive a Roma si svolsero nel marzo 2020. Gualteri confermò la supremazia del centrosinistra nel collegio uninominale per la Camera di Roma centro con il 62,24% dei voti. Il candidato M5s ottenne appena il 4,36% dei consensi.
(AGI)