Il libro, scritto da Maria Delfina Tommasini e Giuseppina Mellace, è stato presentato nelle sale del “Four Friends” di Bracciano il 16 giugno 2021 alla presenza di un numerosissimo e interessato pubblico.
Grande è stata l’emozione per il primo incontro in presenza, dopo un lunghissimo periodo durante il quale si sono svolti soltanto iniziative per via telematica.
Hanno introdotto il Presidente de L’Agone Nuovo Giovanni Furgiuele e l’Assessore alla Cultura del Comune di Bracciano Claudia Marini.
Giovanni Furgiuele sottolinea come L’agone sia riuscito malgrado la situazione a mantenere sempre costante la sua presenza, con il periodico mensile cartaceo e, tutti i giorni, ininterrottamente, con il sito lagone.it, dando prova di grande forza e autorevolezza, apprezzata da tutta la comunità del nostro territorio: cittadini, associazioni, Istituzioni.
Ha poi ricordato che il giornale L’agone compie 28 anni, a partire dalla nascita della cooperativa nel 1993 ad Anguillara e la pubblicazione nel 1994 del primo numero del giornale.
Sono stati 28 anni di impegno sociale e di presenza creativa e partecipata nel comprensorio: una tradizione che continua, con la programmazione di un ciclo di eventi culturali dedicati ai cittadini, ai turisti, e agli affezionati sostenitori di un progetto che, malgrado le tante difficoltà, vede l’associazione sempre presente nel territorio, “attore e testimone di quanto accade nella società guardando sempre al futuro, alla innovazione, alla sostenibilità dello sviluppo.
Claudia Marini riprende le parole del Presidente dell’Agone sottolineando la grande forza che sono in grado di esprimere le associazioni, dimostrata con la continuità del lavoro durante questo periodo molto duro e che ha messo a dura prova un po’ tutti.
Afferma che “ci dobbiamo adattare alle circostanze che ci siamo trovati a vivere nostro malgrado e trovare la forza di non fermarci mai e di andare sempre avanti”.
Infine ricorda la funzione essenziale dei libri, specialmente in questo periodo persistente così difficile di COVID; e annuncia che dal 2 luglio inizierà una rassegna principalmente di autori locali, con iniziative a cadenza settimanale dedicate alla presentazione di molti libri scritti da tanti nuovi autori rivelatisi in quest’ultimo periodo.
Segue la Presentazione del libro “L’avventurosa e misteriosa vita del Conte di Saint Germain”, condotta da Erica Truchia giornalista del L’ Agone che ha posto alcune domande alle autrici del libro Maria Delfina Tommasini e Giuseppina Mellace.
“Perchè questo romanzo storico si chiama il Conte di Saint Germain ?”
Delfina Tommasini: “Noi cercavamo un personaggio particolare del quale scrivere la storia; questa storia l’abbiamo scritta nel periodo della nostra “segregazione “ e quindi volevamo descrivere un personaggio un po’ misterioso sul quale perciò potevamo far viaggiare anche la fantasia: abbiamo trovato questo personaggio che è appunto il Conte di Saint Germain, che molto alla lontana può essere somigliante al Conte di Cagliostro, con il quale ho avuto anche dei contatti. Abbiamo fatto una serie di ricerche storicahe perché c’è chi mette in dubbio l’esistenza di questa figura del Conte, e noi come scrittrici ci abbiamo ricamato sopra.
E’un libro che può essere letto secondo me su più livelli: i ragazzi se vogliono leggere un libro d’avventura possono leggerlo, chi invece vuole una lettura un pochino più particolare e più profonda troverà anche degli avvenimenti storici, delle date e dei personaggi realmente esistiti. Ci ha intrigato questa figura misteriosa.”
“Com’è stato per te, Delfina, ricimentarti nella scrittura a quattro mani, e per te, Giuseppina, vivere per la prima volta questa esperienza della scrittura insieme?”
Delfina Tommasini: “ ln genere un autore ritiene lo scrivere un’arte e un mestiere solitario; io personalmente non mi ritengo una persona solitaria, a me piace stare in mezzo alla gente, piace il sociale, piace chiacchierare perché penso che questo faccia parte della vita e quindi specialmente in questo periodo in cui eravamo tutti chiusi dentro casa scrivere in due è stato anche uno sfogo; perché noi due ci siamo sentite tutti i giorni e quindi avevamo un contatto giornaliero, tramite mail ma anche con il vecchio telefono.”
Giuseppina Mellace: “ Indubbiamente scrivere a quattro mani non è stato facile, perché era la prima volta che lo facevo; però per scrivere a quattro mani ci vuole una grande amicizia, ci vuole un grande rispetto reciproco perché io ho messo le mani nel suo scritto e lei nel mio. Scrivere a quattro mani non è facile, ma l’importante è che nel prodotto finale non si veda la differenza, nonostante io abbia le mie caratteristiche e Delfina le sue; però ci siamo trovate molto molto bene e abbiamo scelto questo personaggio perché eravamo entrambe reduci da due romanzi storici su due donne, e allora dovevamo cambiare e abbiamo scelto questo uomo un po’ particolare, che ne ha combinate di cotte e di crude.”
“Chi era il Conte di Saint Germain?”
Delfina: “ Il Conte di Saint Germain non sappiamo con certezza dove sia nato, si pensa in Ungheria; inoltre è stato parecchi anni presso la Corte Francese avendo contatti con la stessa Madame de Pompadour; poi c’è un buio nella sua vita: alla fine è stato anche un ministro del governo francese, e ha girato per l’Europa del 1700, in un’epoca di spie di ogni tipo, gusto e qualità. Il Conte di Saint Germain stesso era una spia Francese mandata a Londra; poi, però, gli stessi Francesi pensarono che fosse diventato una spia Londinese, e quindi si accanirono contro di lui… Quindi possiamo dire che ha avuto per un lungo periodo una vita a sua volta molto avventurosa che ha condotto con abiti da fuggitivo.”
“Quant’è stato romanzato, quanto c’è di vero storico e quanto è stato aggiunto dalla vostra fantasia ?”
Giuseppina: “Quando si fa ricerca storica indubbiamente di un personaggio non si trova mai tutto, altrimenti si fa una biografia, che è tutto un altro genere. Il romanzo storico implica che le parti non documentate devono essere inventate dall’autore mantenendo, però, la verosimiglianza, altrimenti si creerebbe uno squilibrio nel libro stesso. La ricerca è stata molto faticosa, anche perchè entrambe abbiamo scelto un secolo che non ci apparteneva: perchè Delfina è esperta nel 1800 e io nel 1900, e quindi proprio per complicarci la vita abbiamo scelto il 1700 e abbiamo dovuto fare ricerche a non finire, cercando di calibrare quello che avevamo trovato su questo personaggio e su tutti gli altri personaggi all’interno del libro, mantenendo sempre la cornice storica effettiva e l’aspetto storico reale e preciso.”
“Quanta differenza si può notare tra ieri e oggi, nel romanzo quanto ci riporta al presente e quanto semplicemente al passato?”
Delfina: “Siamo nel 1700, loro viaggiavano in carrozza , non c’erano le strade che abbiamo noi adesso quindi si trovavano spesso nei boschi con i banditi che li assalivano; i cavalli facevano 40 km al giorno poi si dovevano riposare e ci si doveva fermare, oggi invece noi andiamo con il freccia rossa in un’ora da Roma a Napoli; perciò siamo proprio lontani: noi oggi abbiamo i Social, invece lì c’erano le lettere che ci mettevano talmente tanto ad arrivare che quando arrivavano gli avvenimenti erano già accaduti e ce n’erano di nuovi.
Quindi possiamo dire che siamo su due binari completamente diversi anche se i nostri Social per loro erano i salotti delle nobil donne dove si scambiavano i pettegolezzi e le storie.”
“Quanto avete dovuto studiare e quanta ricerca storica è stata fatta, vi siete divise dei compiti ?”
Giuseppina: “ io mi sono concentrata sulla trattazione della parte più storica del libro, visto che ho fatto e faccio tutt’ora l’insegnante. Delfina invece ha trattato e si è concentrata sulle figure dei personaggi.
“ E’ stato molto difficile reperire i documenti ?”
Delfina: “ Noi per scrivere il romanzo abbiamo dovuto comprare dei libri per trovare più informazioni e documenti possibili, per noi indispensabili; il passo successivo è stato stampare da Internet tutte le informazione che ci mancavano e, aiutandoci anche con le biblioteche … per quanto è stato possibile in quel periodo di Lockdown ; quindi, poi, da faldoni e faldoni di materiali raccolti siamo arrivate ad estrarre quello che c’è servito per la scrittura del libro. La ricerca è stata complessa e accurata ma allo stesso tempo molto divertente.”
“Nel titolo del libro c’è scritto l’avventurosa e misteriosa vita…perché misteriosa?”
Giuseppina: “ Misteriosa perchè il Conte è un amante dell’esoterismo, ed è un personaggio che vive in una dimensione esoterica; e ci intrigava ancora di più vedere quanto ciò avesse inciso nella sua vita; infatti nel suo corredo c’era uno specchio molto particolare, con il quale il conte girava sempre, attraverso il quale poteva vedere lo svolgersi della vita degli altri. Il Conte diceva di aver vissuto più vite, fino a quella odierna, e ci interessava molto analizzare questo aspetto quasi magico di questo personaggio.”
“Il romanzo avrà un seguito oppure si arresta con una storia finita?”
Delfina: “ In questo libro abbiamo fatto viaggiare il Conte solo nell’Europa del 1700; in un secondo libro lo porteremo in Italia, dove è realmente stato, e lo porteremo a Torino, a Roma, a Napoli e a Venezia… In questo nuovo viaggio in Italia saranno sciolti alcuni “nodi” e intrighi sconosciuti e misteriosi propri della vita del Conte. E si scoprirà se il Conte ha vissuto solo quella vita o invece ne ha altre due, tre, quattro: perché, ad esempio, si dice che il fantasma del Conte il 24 dicembre di ogni anno sta al Pincio, a Roma, ad aspettare i suoi allievi per svelare il segreto della Pietra Filosofale.”
Martina Rosa