Gli investimenti del Pnrr puntano sulle Case della Comunità, con la realizzazione entro il 2026 di 1.288 strutture
Il Covid ha stravolto i modelli sanitari che la Regione Lazio era riuscita a far decollare dopo i sacrifici imposti dal piano di rientro. E il timore più grande era che il sistema – da poco tornato su buoni livelli di prestazione – potesse cadere di nuovo. Dopo oltre dieci anni la sanità nel Lazio era uscita dalla fase di commissariamento e la pandemia è arrivata come uno tsunami. Ora però l’imperativo è guardare avanti e farlo avendo imparato la lezione impartita dal Covid.
Per questo il nuovo il sistema sanitario regionale sarà ridisegnato ripartendo dal territorio. Ma non solo. “L’impatto invece è statoassorbito bene e qui sta la cifra dell’ottimo lavoro svolto da tutti i livelli gestionali della nostra sanità, dall’assessorato regionale fino al lavoro quotidiano del nostro personale sanitario”, dichiara all’AGI Rodolfo Lena, neo presidente della commissione Sanità della Regione Lazio.
“Oggi sappiamo che c’è qualche struttura che sta facendo fatica, alcuni territori che rischiano qualche limitazione anche per la necessità di trasformare alcuni ospedali in centri Covid, ma sono episodi in via di superamento. Adesso la nostra attenzione è dedicata alla fase della ripartenza, alla sfida di avvicinare ogni cittadino ai servizi sanitari pubblici”.
Una commissione per analizzare i problemi derivanti dalla pandemia
“La pandemia è stato un evento epocale, inatteso e imprevedibile. E’ evidente che proprio per questo ha avuto un impatto tremendo sulla società, innanzitutto per la perdita di vite umane e poi per tutte le conseguenze sanitarie, economiche, sociali e direi antropologiche che ne sono derivate”, spiega Paolo Ciani, vicepresidente della commissione Sanità alla Regione Lazio e neo presidente della commissione speciale sull’emergenza Covid, nata per “cogliere l’eccezionalità della situazione per approfondirne le conseguenze e prepararsi meglio al futuro”.
Nello specifico, precisa Ciani, “la nuova commissione, come si legge nella norma istitutiva, avrà compiti ‘di analisi e studio delle esigenze e problematiche sanitarie, sociali, economiche, occupazionali, connesse all’epidemia Covid-19 e delle possibili soluzioni da proporre per contrastare l’emergenza causata dall’epidemia’”. Non si tratta, continua Ciani, “di giudicare l’operato fin qui messo in campo, ma soprattutto di far tesoro di ciò che è accaduto fino ad oggi per migliorare le risposte nei diversi ambiti maggiormente impattati dalla pandemia”.
In generale, l’impatto del Covid “è stato terribile. Chiaramente non eravamo preparati, ma dopo un primo periodo molto duro, la sanità regionale ha dato risposte ottime e oggi è patrimonio comune che laRegione Lazio sia stata in molti aspetti un esempio per tutta l’Italia. Ci sono valutazioni da fare sulle altre cure: evidentemente l’emergenza Covid ha penalizzato altri aspetti della presa in carico della domanda di salute dei cittadini”.
“La pandemia ha evidenziato l’inadeguatezza del sistema sanitario”
Il dilagare della pandemia da Covid-19 “ha messo in evidenza l’inadeguatezza del nostro sistema sanitario segnato ancora e troppo dalla mancanza di organizzazione e risorse”, gli fa eco Giuseppe Simeone, membro del Consiglio regionale del Lazio. “Sono fattori – osserva – che il Covid ha solo acuito innestandosi su un sistema precario e debole su cui si doveva e poteva intervenire. In questi mesi abbiamo
“La pandemia ha evidenziato l’inadeguatezza del sistema sanitario”
Il dilagare della pandemia da Covid-19 “ha messo in evidenza l’inadeguatezza del nostro sistema sanitario segnato ancora e troppo dalla mancanza di organizzazione e risorse”, gli fa eco Giuseppe Simeone, membro del Consiglio regionale del Lazio. “Sono fattori – osserva – che il Covid ha solo acuito innestandosi su un sistema precario e debole su cui si doveva e poteva intervenire. In questi mesi abbiamo rincorso l’emergenza, riconvertito ospedali, assunto personale aggiuntivo e implementato posti letto, oltre che attrezzature, per far fronte al dilagare della pandemia. Ma questo ha comportato il blocco sostanziale di altre attività fondamentali a partire dagli screening oncologici e dalle prestazioni ordinarie per i malati cronici, cardiopatici, diabetici con l’interruzione delle nuove diagnosi, di visite specialistiche, di ricoveri e interventi chirurgicirimandati a data da destinarsi”.
“Quanto accaduto non può ripetersi – prosegue Simeone -. Nuove pandemie o emergenze potrebbero verificarsi e come abbiamo imparato con il Covid-19 lo faranno senza dare alcun preavviso. Questo comporta l’esigenza di ridisegnare il sistema sanitarioregionale a partire dall’abbattimento delle liste di attesa su cui tutti i piani predisposti sinora sono falliti o si sono rivelati fallaci, perché i malati cronici, i trapiantati, i malati oncologici hanno bisogno di cure e di esami diagnostici e non possono essere abbandonati dal sistema sanitario regionale come accaduto sinora”.
E’ inaccettabile – dice – “che per effettuare una prestazione sanitaria o un esame specialistico si debba attendere oltre un anno. Per questo si deve puntare su centri diagnostici collocati sul territorio che possano erogare servizi continuativi a disposizione dei cittadini, portare a regime alcune procedure sperimentate durante il periodo di emergenza, come la ricetta dematerializzata e il rinnovo automatico dei piani terapeutici”.
l’emergenza, riconvertito ospedali, assunto personale aggiuntivo e implementato posti letto, oltre che attrezzature, per far fronte al dilagare della pandemia. Ma questo ha comportato il blocco sostanziale di altre attività fondamentali a partire dagli screening oncologici e dalle prestazioni ordinarie per i malati cronici, cardiopatici, diabetici con l’interruzione delle nuove diagnosi, di visite specialistiche, di ricoveri e interventi chirurgicirimandati a data da destinarsi”.
“Quanto accaduto non può ripetersi – prosegue Simeone -. Nuove pandemie o emergenze potrebbero verificarsi e come abbiamo imparato con il Covid-19 lo faranno senza dare alcun preavviso. Questo comporta l’esigenza di ridisegnare il sistema sanitarioregionale a partire dall’abbattimento delle liste di attesa su cui tutti i piani predisposti sinora sono falliti o si sono rivelati fallaci, perché i malati cronici, i trapiantati, i malati oncologici hanno bisogno di cure e di esami diagnostici e non possono essere abbandonati dal sistema sanitario regionale come accaduto sinora”.
E’ inaccettabile – dice – “che per effettuare una prestazione sanitaria o un esame specialistico si debba attendere oltre un anno. Per questo si deve puntare su centri diagnostici collocati sul territorio che possano erogare servizi continuativi a disposizione dei cittadini, portare a regime alcune procedure sperimentate durante il periodo di emergenza, come la ricetta dematerializzata e il rinnovo automatico dei piani terapeutici”.
“La pandemia ha evidenziato l’inadeguatezza del sistema sanitario”
Il dilagare della pandemia da Covid-19 “ha messo in evidenza l’inadeguatezza del nostro sistema sanitario segnato ancora e troppo dalla mancanza di organizzazione e risorse”, gli fa eco Giuseppe Simeone, membro del Consiglio regionale del Lazio. “Sono fattori – osserva – che il Covid ha solo acuito innestandosi su un sistema precario e debole su cui si doveva e poteva intervenire. In questi mesi abbiamo rincorso l’emergenza, riconvertito ospedali, assunto personale aggiuntivo e implementato posti letto, oltre che attrezzature, per far fronte al dilagare della pandemia. Ma questo ha comportato il blocco sostanziale di altre attività fondamentali a partire dagli screening oncologici e dalle prestazioni ordinarie per i malati cronici, cardiopatici, diabetici con l’interruzione delle nuove diagnosi, di visite specialistiche, di ricoveri e interventi chirurgicirimandati a data da destinarsi”.
“Quanto accaduto non può ripetersi – prosegue Simeone -. Nuove pandemie o emergenze potrebbero verificarsi e come abbiamo imparato con il Covid-19 lo faranno senza dare alcun preavviso. Questo comporta l’esigenza di ridisegnare il sistema sanitarioregionale a partire dall’abbattimento delle liste di attesa su cui tutti i piani predisposti sinora sono falliti o si sono rivelati fallaci, perché i malati cronici, i trapiantati, i malati oncologici hanno bisogno di cure e di esami diagnostici e non possono essere abbandonati dal sistema sanitario regionale come accaduto sinora”.
E’ inaccettabile – dice – “che per effettuare una prestazione sanitaria o un esame specialistico si debba attendere oltre un anno. Per questo si deve puntare su centri diagnostici collocati sul territorio che possano erogare servizi continuativi a disposizione dei cittadini, portare a regime alcune procedure sperimentate durante il periodo di emergenza, come la ricetta dematerializzata e il rinnovo automatico dei piani terapeutici”.
(Agi)