Scesa anche l’età media di chi entra nelle terapie intensive che è intorno ai 60 anni, quella di chi necessita di un primo ricovero è scesa a 55 anni. Invito del presidente dell’Iss a non scendere con il numero dei tamponi nonostante il calo dell’epidemia

L’età mediana di chi contrae l’infezione sta progressivamente discendendo, oggi è sotto i 37 anni, come è in calo l’età mediana di chi necessita di un primo ricovero che è scesa a 55 anni”. È quanto ha spiegato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel corso di un’audizione davanti alla commissione Igiene e Sanità del Senato.

L’età mediana di chi entra in terapia intensiva è intorno ai 60 anni – ha aggiunto – e questo ha a che fare con l’aumento della percentuale di vaccinazioni per fasce di età”.

“Stiamo mettendo a punto strumenti per raccomandare che il numero dei tamponi non vada sotto una certa soglia anche in una fase di continua decrescita dell’epidemia, per mantenere alta la capacità d’individuare il Covid”, ha detto Silvio Brusaferro.

Per il presidente dell’Iss è, inoltre, importante sequenziare e tracciare: “In una fase di bassa circolazione del virus è un dovere stimolare il nostro sistema per tracciare e sequenziare – ha proseguito – il numero limitato dei casi può facilitare il sequenziamento in maniera sistematica e questo anche grazie al coordinamento del nostro dipartimento Malattie Infettive”.

Vaccini anche a minori per impattare su circolazione

“Vaccinare anche la fascia di età dei minori è importante per impattare sulla circolazione del virus – ha sottolineato Brusaferro – sappiamo che i minori hanno un contatto sociale elevato questo tipo di socializzazione comporta una maggiore capacità di trasmissione”.

“Attualmente l’unico vaccino che ha ricevuto l’autorizzazione è il Pfizer – ha proseguito Brusaferro – ed è in fase di valutazione anche Moderna, e credo che nelle prossime settimane avremo i risultati. Su questa fascia gli scenari sono quelli di ragionare in termini sia di campagna di sanità pubblica e non ultimo senza dimenticare il sistema scolastico a distanza che sta impattando sui ragazzi. E questo è un altro elemento che deve essere incluso nella valutazione”.

La fascia 0-11 anni ad oggi non ha alcuna autorizzazione al vaccino – ha de4tto i presidente dell’Iss – per questa fascia ci sono solo degli studi in corso che poi valuteremo quando saranno proposti alle agenzie regolatorie”.

“Credo che dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili per fare in modo che ognuno di noi sia profondamento convinto dell’utilità di fare il vaccino, e questo vale per gli insegnanti, vale per il personale Ata e per i ragazzi”. Ha detto Silvio Brusaferro,

“Laddove dovessero verificarsi delle situazioni dove le persone che hanno ricevuto l’indicazione di fare il vaccino non lo fanno si faranno altre valutazioni – ha aggiunto – bisogna fare tutto lo sforzo possibile per fare in modo che anche la categoria degli insegnanti possa fare la vaccinazione e possa farlo spontaneamente”.

(Agi)

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