Torna a Sutri, dall’8 luglio al 5 agosto, la grande cultura della storica rassegna che unisce teatro, musica e danza.
La manifestazione, con la direzione artistica del Maestro Aurelio Gatti, è a cura di Pentagono Produzioni, in collaborazione con il Comune di Sutri, il patrocinio del Ministero della Cultura Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, la Regione Lazio, la Rete nazionale dei Teatri di Pietra e la Fondazione Carivit.
Quest’anno, inoltre, sarà Capofila della Rete dei Teatri di Pietra che coinvolge più di sedici siti archeologici e monumentali in cinque regioni per oltre cento manifestazioni.
La prestigiosa iniziativa, come sempre, sarà ospitata nello straordinario anfiteatro romano di Sutri, con l’obiettivo di valorizzare i teatri antichi ed i siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, in un progetto sinergico tra più soggetti che danno vita a performance di elevato spessore tra danza, musica e teatro che si fondono con l’archeologia ed il paesaggio.
Il sipario di Teatri di Pietra si aprirà, giovedì 8 luglio alle 21, con “DANTE/ ENEA il viaggio”, da Dante, Virgilio, Caproni.
Drammaturgia di Sebastiano Tringali, regia e coreografia Aurelio Gatti musiche Marco Schiavoni.
“L’accostamento tra la Divina Commedia e l’Eneide è un fatto evidente.
L’Eneide di Virgilio è certamente il principale modello a cui Dante fa riferimento, sia per quanto riguarda il viaggio negli Inferi che per la figura del poeta scelto da Dante come guida, Virgilio.
Per Dante ed Enea l’esilio rappresenta un topos letterario, immersi in un’esistenza, come quella terrena, che è provvisoria e mutevole”
Un originale ensamble , capitanato dall’attore Sebastiano Tringali, che compone e scompone le vicende, i personaggi e le storie del Viaggio per indicare infine nella poesia, attraverso il teatro, un potente strumento per guardare al futuro.
Sabato 10 luglio, invece, il primo appuntamento all’insegna della danza con un classico, i Carmina Burana, a firma del coreografo Tuccio Rigano che esprime, attraverso il colore e gli umori del capolavoro musicale di Karl Orff, la straordinaria tensione alla vita e alla bellezza.