Il commissario: in corso negoziati per per una produzione di vaccini Rna, su licenza in Italia. “Usare il green pass per tutto come in Francia potrebbe essere una spinta”
“La produzione di vaccini in Italia? Ho discusso con il ministro Giorgetti di questi temi. Per quel che riguarda il vaccino italiano, ReiThera, si sta aspettando il passaggio dalla seconda alla terza e ultima fase di sperimentazione. Aspettiamo la formalizzazione e dopo la terza fase potranno produrre nel giro di 5-6 mesi”. Così il commissario straordinario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo, ospite di Tg2Post su RaiDue. “Si sta anche negoziando con il ministero dello Sviluppo economico – ha aggiunto il generale – per una produzione di vaccini Rna, per produrli su licenza in Italia, le interlocuzioni sono a buon punto”.
“Quella di utilizzare il green pass per vari tipi di eventi, così come in Francia, potrebbe essere una soluzione per una spinta. Poi per chi non l’avrà c’è anche il tampone, bisogna comunque rispettare la Costituzione”, ha poi affermato.
“Almeno 500 mila somministrazioni al giorno”
“Noi dobbiamo stare sulle 500 mila somministrazioni al giorno, raggiungendo anche punte di 600 mila”, ha continuato. “Terza dose? Su questo richiamo non si sa ancora della reale necessità, noi siamo attrezzati per prendere grossi quantitativi per avere anche una scorta, per farlo piano piano dobbiamo uscire dalla logica degli hub, usando al massimo la capacita’ dei medici di medicina generale e dei farmacisti”. “Questa sera siamo a 58 mln di inoculazioni, significa 24 mln e 200mila di italiani completamente vaccinati, siamo intorno al 45%. E’ un dato importante ma non basta, ora dobbiamo intercettare gli indecisi”.
“Assieme alle Regioni – ha concluso – stiamo mettendo a punto una serie di iniziative, pensiamo agli ‘open day’ e ‘open night’ in cui si va senza prenotazioni. Ma ciò non basta, ci deve essere un maggior coinvolgimento dei medici di medicina generale, dei pediatri e dei farmacisti, ovvero di tutte quelle persone che possono rassicurare quelli che chiamiamo rinunciatari”.
(Agi)