Rino Di Martino interpreta “Hamletmachine” di Heiner Müller con ideazione e regia Sergio Sivori giovedì 22 luglio (ore 19,30), in prima nazionale nell’area antiche terme per la 56esima stagione estiva di Ferento – “Tramonti in scena”, organizzata da Consorzio Teatro Tuscia con il sostegno del Comune di Viterbo, della Fondazione Carivit e dell’Ance di Viterbo e con la direzione artistica di Patrizia Natale.
“Hamletmachine”, testo ispirato all’opera di William Shakespeare, diventa, nell’adattamento teatrale di Sergio Sivori, uno sconcertante e sadico gioco teatrale, capace di indagare fino in fondo, con crudo cinismo filosofico, l’anatomia delle passioni umane. Pur non perdendo di vista questi illustri antenati, è in grado di offrire nuovi spunti di riflessione, che prendono vita nella visione del singolo spettatore. La trama si sviluppa su corde inusitate e alla fine si conclude con l’affermazione che siamo tutti pedine instabili, tra pulsioni di vita e di morte. Il tempo acquista, così, una dimensione di pathos.
“Notai dei parallelismi fra la situazione in Amleto e quello che era successo a Budapest – si legge in una nota dell’autore -. Immaginate il figlio di Lazlo Rajik, la più importante vittima della caccia alle streghe stalinista. Rajik era uno stalinista, ministro dell’interno, e dunque responsabile del terrore. Fu scelto come capro espiatorio. Immaginate la situazione del figlio di Rajik nel 1956, quando, anni dopo l’esecuzione di suo padre in quanto spia e agente segreto, il padre fu improvvisamente riabilitato come comunista. Questa era la situazione del figlio di un uomo potente che aveva servito un sistema che è anche sospettoso. Ecco che abbiamo una situazione simile a quella di Amleto”.
L’opera, scritta nel 1977, è liberamente ispirata all’Amleto di William Shakespeare e basata su una traduzione dello stesso Müller. Alcuni critici sostengono che “Hamletmachine” problematizzi il ruolo degli intellettuali durante l’epoca comunista della Germania dell’Est, altri sostengono invece che essa sia ascritta a concetti post-moderni ben più ampi. Caratterizza l’opera un particolare: non si basa su una trama convenzionale, ma è costituita da sequenze di monologhi in cui il protagonista lascia il suo ruolo teatrale e riflette sul suo essere attore.
Prima dello spettacolo, con inizio alle 18.30, è prevista una visita all’area archeologica dell’antica città di Ferento, a cura dell’associazione Archeotuscia di Viterbo.