Sabato 3 luglio, nella chiesa di Santa Maria del Riposo, sede dell’associazione “Forum Clodii”, in collaborazione col Parco di Bracciano e Martignano , si è tenuto l’ incontro “Il trecento di Dante e Giotto”, padri della lingua e dell’arte figurativa italiana. L’iniziativa, sorta nell’ambito delle celebrazioni per il settecentesimo anniversario della morte di Dante, ha proposto al pubblico, intervenuto numeroso in un caldo pomeriggio estivo, una lettura di alcuni dei passin più significativi del capolavoro dantesco, offerta dalla professoressa Monica Mani, affiancati da un’introduzione storico artistica all’opera di Giotto, attraverso l’analisi profonda e avvincente del professor Gaetano Vari.
Dante e Giotto, coetanei e concittadini, incarnano l’“esprit du temps” e imprimono un segno profondo nella cultura della loro epoca, che riceverà dalla loro opera l’impulso verso una trasformazione inarrestabile. I due artisti nutrivano grande stima reciproca se Dante eterna Giotto nel Purgatorio: “Credette Cimabue ne la pittura / tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, / sì che la fama di colui è scura” ( Pg XI 94-96). Così, nel museo nazionale del Bargello, è custodito il più antico ritratto di Dante Alighieri, realizzato da Giotto e dalla sua bottega dopo la morte del poeta.
Davide Licastro