di Ludovica Di Pietrantonio
Il 23, 24 e 25 luglio scorsi gli angoli più suggestivi del centro storico di Tolfa hanno permesso di respirare le atmosfere magiche di New Orleans, colorando di jazz le serate di questa strana estate. Il Tolfa jazz festival, giunto alla XII edizione, è stata una scommessa vinta anche quest’anno, in termini di qualità musicale e richiamo di un pubblico di nicchia sempre più numeroso ed entusiasta. Con un’attenzione particolare alle misure di prevenzione sanitaria e con una risposta encomiabile degli intervenuti, si sono esibiti nomi celeberrimi del jazz nazionale e internazionale, elevando la manifestazione del piccolo borgo sorto alle pendici della Rocca Frangipane, a evento tra i più rappresentativi del centro Italia. Gran parte del merito va alla visione di due ragazzi, Alessio Ligi e Guido Marcari, direttori artistici del festival, a cui va l’indiscutibile merito di un’organizzazione curata e di una proposta artistica di tutto rispetto; tra le eccellenze presenti quest’anno ad esibirsi nella splendida cornice dell’ Anfiteatro Pompilio Tagliani, nella villa Comunale di Tolfa, spiccano Fabrizio Bosso, stella lucente del panorama jazz internazionale, che in quartetto con Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Nicola Angelucci alle percussioni hanno incantato il numeroso pubblico presente. E poi ancora Natalino Marchetti e Simone Alessandrini, collaudato duo fisarmonica e sax contralto, che hanno reso omaggio ai 100 anni dalla nascita del genio argentino Astor Piazzolla, riproponendo il suo tango rivisitato in chiave jazz. L’apertura della manifestazione è stata affidata, come di consueto, alla Fire Dixie Jazz Band, istrionico gruppo dai timbri di irresistibile coinvolgimento, e al gruppo emergente Costanza Alegiani trio. E poi ancora G& the Doctor(s), che riporta a Tolfa l’energia vocale e caratteriale di Gloria Turrini, la Dr Jazz & Dirty Bucks Swing Band e i ritmi d’America del Lovesick Duo. L’onere del sigillo di qualità della chiusura è toccato alle calde tonalità vocali della splendida Noreda Graves, una delle voci più apprezzate d’America che ha reso indimenticabile anche una dispettosa serata di vento.
Con un sottofondo di musica d’eccellenza, ho avvicinato Alessio Ligi, uno dei direttori artistici, che con la disponibilità e la cortesia propria delle persone straordinarie, ha risposto con entusiasmo a qualche domanda per L’Agone.
Parliamo dei numeri del Tolfa Jazz festival. Nel corso delle diverse edizioni è aumentato considerevolmente il livello degli artisti invitati; è dunque cresciuto anche l’interesse delle persone a questo evento?
“Assolutamente sì. Noi da sempre abbiamo creato un pubblico fidelizzato, abituando le persone a nuove sonorità e nuovi gruppi che abbiamo portato qui a Tolfa, ma soprattutto nel Lazio per la prima volta. Nel corso delle edizioni il pubblico ha potuto conoscere generi sconosciuti e se ne è ben presto affezionato, continuando a seguirci in maniera costante e continuativa. Anche quest’anno, nonostante le difficoltà, siamo riusciti a portare al festival una nuova energia fatta soprattutto di giovani; abbiamo aperto la prima serata con una ragazza molto giovane, Costanza Alegiani, per poi continuare con altri due giovani artisti, Natalino Marchetti e Simone Alessandrini, che portano un concerto esclusivo per il Tolfa Jazz creato appositamente per questa occasione. Nonostante le limitazioni dovute al Covid quest’anno abbiamo persino aumentato il numero degli spettacoli con il fine di ripartire con entusiasmo ed energia proprio dalla musica”
L’evento Tolfa Jazz si riconosce nel carattere della cittadina di Tolfa, come di consueto ambiziosa nella ricerca delle diverse espressioni di cultura?
“Tolfa Jazz è innanzitutto espressione di Tolfa, di quella che è la sua tradizione e la sua cultura. Possiamo dire che è a tutti gli effetti un vero e proprio arricchimento: un po’ come guardare al passato con un linguaggio moderno. Questo festival porta il senso universale della cultura e dell’arte che arricchisce il patrimonio della cittadina”.
L’ultima domanda riguarda il futuro di Tolfa Jazz; cosa vorrà ‘diventare da grande’ questa manifestazione?
“Questo evento sta crescendo molto anche grazie a queste ultime settimane. Siamo entrati a far parte di Italia Jazz, l’associazione nazionale che racchiude i principali festival jazz in Italia; da qui nasceranno delle collaborazioni, dei network, quindi il nome ‘Tolfa Jazz’ sarà presente anche in altri festival, dove porteremo innanzitutto l’espressione più autentica di Tolfa”.
Non solo musica, quindi, il jazz a Tolfa, ma metafora di riscatto da pregiudizi e preclusioni e della rivendicazione di un orgoglio di attaccamento alle radici che distingue così eccellentemente questa cittadina.
Ludovica Di Pietrantonio