L’attentato incendiario ai danni della preziosa Tenuta presidenziale di Castelporziano rappresenta un atto particolarmente grave, sintomatico della criminosa e crescente deriva in atto. Due diversi episodi a distanza di poche ore.
“Abbiamo appreso con grave preoccupazione – dichiara Raniero Maggini Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana – del pericolo corso da un patrimonio forestale protetto di particolare valore naturalistico quale è la Tenuta di Castelporziano, un luogo unico. È un fatto che ci segnala la gravità della situazione in atto, che non si ferma neanche davanti ad un simbolo che rappresenta l’intero Stato, tutti noi. Occorre urgentemente dare risposte concrete ad una aggressione che rischia una deriva inarrestabile.”
Leggiamo che presto gli atti verranno trasferiti presso la Procura della Repubblica per l’apertura del fascicolo.
“È importante che ogni soggetto istituzionale faccia la propria parte fino in fondo – continua Maggini – Ai titoli di giornale debbono seguire gli atti necessari a chiedere responsabilità di comportamenti vili e gravemente dannosi per tutta la comunità. Occorre costanza e presenza nelle sedi deputate per giungere a condanne certe. Attivare dunque le Avvocature che presidino gli iter processuali. Lo vogliamo sottolineare perché sappiamo che ad un’emergenza se ne sostituisce un’altra, ma non è contemplabile l’opzione di abbassare la guardia.”
Contestualmente occorre dar seguito alla Legge che disciplina gli incendi boschivi e che dispone il divieto per alcuni anni di forme di attività diverse – come ad esempio nuove edificazioni, pascolo, caccia – sulle aree percorse dal fuoco, nel tempo manifestatesi essere spesso una delle leve che arma la mano degli incendiari.
“È urgente che i Comuni provvedano a comporre la mappatura delle aree percorse dal fuoco, che la Regione aggiorni il catasto e che venga data notorietà delle aree interessate segnalando i divieti indicati dalla norma. Non debbono nascere equivoci, la legge non ammette ignoranza. Crediamo che i Comuni possano pertanto, oltre che soddisfare gli obblighi d’ufficio, diffondere informazioni chiare e puntuali sulle sanzioni previste e dare evidenza delle porzioni di territorio stravolte dalle fiamme, iscritte nel catasto (dunque anche sulle aree percorse dal fuoco negli anni precedenti ed ancora assoggettate alle specifiche forme di divieto).” conclude Maggini