22 Dicembre, 2024
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“Occi-riente Yoga Katha”, incontro e performance a Viterbo

Da oltre dieci anni, l’associazione Ta Ki The Da opera sul territorio di Viterbo e a livello nazionale per promuovere lo yoga, la danza indiana kathak, la musica e le arti sceniche orientali, cercando di trovare sempre punti di incontro con la cultura occidentale. Con questo spirito sono in programma due appuntamenti per esplorare, avvicinarsi o approfondire lo yoga, nell’ambito del progetto “Occi-riente Yoga Katha”.

Il primo è un seminario con Rosella Fanelli dal 3 al 5 settembre 2021 presso la struttura di Casale Ponte Sodo – Parco dell’Olmo in Strada Ponte Sodo a Viterbo. Un incontro teorico, pratico ed esperienziale con attività per adulti e per bambini. La prenotazione è obbligatoria entro le ore 12 del 2 settembre.

Quindi, sabato 11 settembre presso il chiostro della Chiesa di Santa Maria Nuova a Viterbo (Via Santa Maria Nuova) è in programma la performance “Occi-riente Yoga Katha” sempre a cura di Rosella Fanelli. Il progetto è realizzato con il patrocinio e il supporto del Comune di Viterbo, nell’ambito delle iniziative culturali e di spettacolo. Un ringraziamento particolare ad Angela Rosa Parsi e al Team di Casale Ponte Sodo per l’accoglienza per il secondo anno consecutivo dell’associazione Ta Ki The Da.

Oggi che lo yoga è entrato a far parte della quotidianità, così come anche altre pratiche orientali, si intende promuovere e valorizzare questa sapienza nella sua essenzialità per il benessere e la ricerca di un equilibrio psicofisico. Dopo aver affrontato la pandemia, è importante tornare a proporre un percorso che sia connesso alla bellezza in generale e all’equilibrio interiore. In questo progetto Rosella Fanelli cerca di dare una traccia storica delle origini, concentrandosi sul concetto essenziale della pratica yoga, quello di “unione”, sul mito creatosi intorno all’origine dello yoga. La formazione di Rosella Fanelli in questo ambito si basa sulla tradizione indiana Ashtanga con il maestro Gyanander, originario dell’Hariana, vissuto a New Delhi. La maestra ha seguito una pratica tradizionale che mira a trasmettere il messaggio di generazione in generazione, grazie a metodologie, rituali, e pratiche. Va da sé che, nel passaggio dello yoga dall’oriente all’occidente, le pratiche possano subire modifiche, così come i contenuti, divenendo più inerenti al contesto e alle narrazioni dominanti. Anche le traduzioni dei testi sanscriti, in questa transizione, hanno determinato a formare un concetto di “yoga moderno” che appare più come un costrutto culturale, frutto di una conoscenza condivisa in un particolare periodo storico.

In conclusione il progetto “Occi-riente Yoga Katha”, è un umile tentativo di divulgare, raccontando dal sanscrito Katha, la pratica yoga, nel massimo rispetto di accoglienza sincretica e nella quasi impossibilità di tracciare definizione di un fenomeno così complesso, spesso frutto di stereotipi sull’India e l’Oriente che creano false illusioni riguardo una realtà che andrebbe conosciuta un po’ più profondamente. E come insegna Vivekananda, che è stato un mistico indiano: “Tutte le vie spirituali hanno uguale valore e dignità, gli elementi che le distinguono non le rendono reciprocamente contraddittorie, quanto piuttosto complementari. Ognuna di esse traccia una specifica traiettoria nel viaggio di comprensione dell’Uno”. Ed è questa l’essenza che la cultura yoga deve trasmettere: superare il dualismo, la discriminazione in ogni sua forma, aspetti molto in voga nel tempo in cui viviamo. Yoga come apertura e comprensione delle diversità, pratica benefica per la salute psico-fisica dell’essere umano. Yoga come superamento-accoglienza della paura in ogni sua forma.

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