Quali sono i principi fondamentali su cui poggia questa proposta di legge?
«Con la proposta di legge “Piano straordinario di interventi settoriali e intersettoriali per lo sviluppo economico e la valorizzazione territoriale dell’Etruria meridionale” ci siamo impegnati a trasformare in legge tutte quelle condizioni che possono supportare concretamente lo sviluppo economico sostenibile di un’area della nostra regione ricca di potenzialità, eccellenze e bellezze storico naturalistiche.
Il perno su cui ruota tutta la proposta è infatti la collaborazione tra le diverse istituzioni, il comparto imprenditoriale e i cittadini al fine di raggiungere obiettivi comuni. Riuscire a ottenere finanziamenti e concretizzarli con opere utili alle comunità dell’Etruria meridionale. Condividere una programmazione e una progettazione di interventi che possano agevolare lo sviluppo sostenibile di questo importante e bellissimo territorio. Pianificare di concerto con la Regione un piano pluriennale di opere pubbliche necessarie al rilancio dell’area. Dare risposte concrete a problemi annosi come viabilità, decoro urbano, offerta turistica, promozione territoriale condivisa e organizzata ragionando come territorio e non più come singole entità. Collegare, con il miglioramento delle infrastrutture viarie, il Porto di Civitavecchia, l’aeroporto di Fiumicino, i centri urbani, le bellezze del litorale e dell’entroterra».
A che punto è l’iter di approvazione alla Pisana?
«Con la collega Marietta Tidei, cofirmataria della proposta di legge, abbiamo ultimato le diverse audizioni in commissione XI. Abbiamo ascoltato i rappresentanti delle amministrazioni comunali, delle associazioni, delle organizzazioni sindacali. Tanti soggetti del territorio che hanno dimostrato apprezzamento e hanno contribuito al miglioramento della proposta. Stiamo raccogliendo tutti i contributi che ci sono pervenuti e stiamo elaborando proposte emendative per la conclusione dei lavori di commissione. La speranza è che la proposta di legge arrivi in aula dopo l’estate».
Che tipo di proposte sono arrivate dal territorio?
«Oltre una rinnovata fiducia di tutti gli stakeholders sono arrivati importanti contributi sia nei contenuti e nei programmi, sia nelle procedure amministrative individuate.
In primo luogo è stato richiesto di migliorare i passaggi amministrativi previsti nella proposta di legge al fine di poter giungere, e concretizzare in tempi ragionevoli gli investimenti che la stessa prevede, attraverso uno snellimento della procedura, determinando un solo piano con cadenza annuale.
È stata inoltre richiesta la possibilità, per tutte le organizzazioni private e statali operanti sul territorio, di concorrere alla individuazione degli interventi attraverso un tavolo di partenariato che possa rapportarsi con la Consulta, prevista nella proposta di legge, composta dai Comuni come soggetti attuatori.
La proposta di legge, infine, è stata sottoscritta da diversi colleghi dando un ulteriore impulso positivo agli obiettivi della stessa. È stato infatti proposto per esempio l’allargamento ai comuni della provincia di Viterbo contigui all’area originariamente individuata a nord della Provincia di Roma.
Tutti suggerimenti presi in considerazione e che si stanno traducendo in emendamenti per migliorare il testo della proposta di legge».
I comuni riusciranno a spendere le risorse stanziate?
«Il chiodo fisso di noi proponenti, ma anche di tutti gli operatori ascoltati, è quello di semplificare l’iter di individuazione e assegnazione dei fondi mantenendo inalterata l’efficacia dello strumento e il rispetto delle norme regionali e nazionali. Nessun carrozzone, nessun tavolo con zero produttività. Ma confronto organizzato, condivisione delle scelte e tempi certi. Questa è la sfida che questa legge intende lanciare al territorio e all’amministrazione pubblica».