È proprio di questi ultimi giorni il ritrovamento a Castrum Novum delle antiche terme della città, negli scavi archeologici di esse, ancora in corso ed in ampliamento, già si evidenziano i prefurnia e parte dell’impianto termale stesso. Le terme vanno ad aggiungersi a quanto già riportato alla luce in questi dieci anni di ricerche effettuate da una missione internazionale, sempre coordinata e diretta dal noto e bravissimo archeologo Dott. Flavio Enei, Direttore del Museo Civico di Santa Marinella e Direttore Scientifico di tutto il polo museale del castello di Santa Severa. Tutte le ricerche e gli scavi si svolgono, ovviamente, sotto il completo controllo della Soprintendenza Archeologica. Castrum Novum (ora nel territorio di Santa Marinella) era una antica città fortificata romana di 2.300 anni fa, sita in prossimità di Capo Linaro lungo la via Aurelia, di quando Roma temeva l’invasione dal mare da parte di Cartagine e l’Urbe aveva costituito tutto un sistema di fortificazioni marittime lungo la costa laziale infatti, oltre a Castrum Novum, vi erano pure quelle di Pyrgi, Alsium e Fregenae . Durante gli scavi in corso in questi giorni, dei quali scriveremo solo alla fine di essi, sono emersi molti nuovi importanti ritrovamenti ma è da ricordare come, già nelle ricerche effettuate precedentemente, erano affiorati i resti del decumano, della porta est, di varie tombe, di una piazza in basoli, della caserma, del teatro, di un pozzo, di vari mosaici e del muro perimetrale difensivo oltre ad altre strutture murarie di questa antica città che “porge” agli studiosi molto di ciò anche in ulteriore opera reticolata e musiva. Un oppidum quello di Castrum Novum posto fronte mare su di un modesto rilievo del terreno, cittadella fortificata la quale, oltretutto, vanta, ancora molto ben visibili, delle ampie peschiere ritenute fra le più grandi, insieme a quelle di Torre Astura, di tutto il Mediterraneo. C’è pure da aggiungere di quanto (tanto) archeologicamente molto importante è stato rinvenuto lungo la fronteggiante linea di costa e nel mare ad essa prospiciente. In questi anni, nella missione internazionale, hanno operato in loco le Università francesi di Amiens e di Lille 3, la West Boemia University (precedentemente ci fu anche la South Boemia University) tutti e tre gli atenei con i loro archeologi e relativi studenti. Ora sono operativi a C.N. oltre (come fin dall’inizio) gli italiani, anche gli archeologici cechi della West Boemia University la quale, nel recente passato ha annoverato anche due ottimi archeologi del Kirghizistan. In questi giorni, al gruppo dei ricercatori, si sono aggiunte pure due studentesse tedesche, Sara ed Elena, giunte in Italia, in pullman, direttamente da Monaco, con un viaggio durato dodici ore. Ovviamente come tutte le urbs antico romane, anche Castrum Novum, una volta passato il pericolo cartaginese, si era dotata di un bel foro e di tante altre strutture che hanno resistito a lungo nel tempo considerando il fatto che la città vera e propria è esistita fino al 500 dopo Cristo. Il Foro della città è posto esattamente nel mezzo dell’abitato tra le due porte principali. La grande piazza, forse ampia circa 25 metri si presenta pavimentata in basoli di calcare e bordeggiata da un portico colonnato sul quale si aprono ambienti di probabile funzione pubblica frequentati, come già detto, almeno fino al V secolo d.C. Nella pavimentazione, della prima epoca imperiale, sussistono i resti del basamento di una grande struttura in opera reticolata a pianta rettangolare ancora in corso di scavo. Parti di capitelli corinzi compositi, di colonne e rivestimenti in marmo indicano l’antica ricchezza della decorazione architettonica del complesso che doveva ospitare diverse statue a grandezza naturale e più grandi del vero come testimoniano i numerosi frammenti in marmo e bronzo rinvenuti in tutta l’area interessata dallo scavo. Accanto ad un lungo tratto del decumano si apre pure un portico con probabili tabernae e ambienti pubblici prossimi al foro. Fra l’altro è stata ancor meglio definita, tramite prospezioni, la struttura del teatro sito presso l’angolo nord ovest del circuito murario, del quale si è compresa, finalmente, l’estensione completa. Nello specchio di mare antistante la città, nella rada portuale difesa dal promontorio di Capo Linaro, le indagini sono proseguite in relazione ai grandi impianti di itticoltura, con lo studio dei resti delle peschiere, del porto e dei fondali prospicienti, nonché con la documentazione e lo studio della lunga sezione esposta dall’erosione marina sulla spiaggia. I dati raccolti nel corso degli scavi raccontano un’intensa frequentazione dell’area castronovana, protrattasi per un tempo lunghissimo, a partire dal Neolitico fino all’età del ferro ed in epoca etrusca, prima della deduzione della colonia romana. Per quanto concerne la valorizzazione di Castrum Novum c’è da sottolineare il forte impegno dell’Amministrazione Comunale di Santa Marinella, con in primis il sindaco l’Avv. Pietro Tidei ed anche la delegata a C.N. Paola Fratarcangeli, che sta lavorando alacremente per ivi costituire un importante Parco Archeologico. Un impegno questo, che, di pari passo con le nuove scoperte, si sta bene evidenziando pure attraverso una rilevantissima cartellonistica esplicativa con belle foto a colori, generale prima all’ingresso della zona archeologica e dettagliata poi, della quale sono costellate, molto efficacemente, tutte le varie aree ed i vari ritrovamenti finora effettuati.
Arnaldo Gioacchini – Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale