Da due anni il Covid 19 occupa la prima pagina delle testate; si parla di vaccini, “No vax” e ora di “green pass”. Il diritto alla salute ha compresso le libertà civili. Le restrizioni adottate dal Governo sono accettate da tutti, tranne da una sparuta minoranza.
Il nostro ordinamento in casi di “necessità e urgenza” (primo: il sistema sanitario italiano rischia di collassare con l’aumento dei casi di contagio; secondo: il fenomeno epidemico è su scala mondiale) prevede che il Governo adotti decreti-legge da convertire in legge in Parlamento. Il “principio di proporzionalità” ammette inoltre “il contenimento della diffusione del virus e la protezione della vita degli individui”.
Per molti giuristi ciò è sufficiente base legale ai fini del “principio di legalità”, sul quale l’ordinamento si basa. Il diritto alla salute diviene quindi presupposto per il godimento di tutti i diritti. La domanda è «può il diritto alla salute del singolo “pesare” quanto il diritto alla salute collettiva?».
Gaetano Azzariti docente di diritto costituzionale a “La Sapienza” ha dichiarato che «per il grave stato di emergenza in cui si versa, sono giustificate legittime le norme eccezionali varate dal Governo a tutela della salute pubblica, a patto che tali misure siano del tutto limitate nel tempo».
Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha più volte raccomandato la vaccinazione, per la propria salute e quella degli altri. E anche Papa Francesco, approvando le indicazioni della scienza, ha esortato i duri di cuore a fare il vaccino. Chi per patologie non può farlo ha la comprensione di tutti, ma chi è contrario a prescindere sappia che solo tutelandosi ha la piena possibilità di godere degli altri diritti, altrimenti imbocca un tunnel difficile da percorre se non impossibile. Chi è contrario al vaccino sbraita mille ragioni, ma se finisce in rianimazione invoca disperatamente l’aiuto per salvarsi. Casi avvenuti! La richiesta dei “no vax”, sulla certificazione verde, voluta dall’Unione europea per facilitare la riapertura di tutte le attività e gli spostamenti in Europa, non poteva che portare la Terza Sezione bis del Tar del Lazio alla sentenza che ha respinto l’istanza dell’ANIEF contro i provvedimenti del Ministero dell’Istruzione sul “green pass”: “Giusto sospendere chi non lo ha”.
L’articolo 2 della Costituzione così recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Per Filomena Marianna Storelli (IUS) questo articolo «è parametro-guida nei diritti coinvolti e contrappeso necessario per il loro equilibrio; consiste nell’imposizione di doveri solidaristici che spingono il singolo a uscire da una posizione di difesa egoistica dei propri interessi, per assumere un ruolo di membro responsabile della salute e vita collettiva. Il buon senso della collettività, per una volta, deve lasciare spazio alla stagione dei doveri, prima tra tutti quello solidaristico».
Franco Marzo