Uno spettacolo dinamico, toccante e in grado di catturare l’attenzione dei più giovani.
Mettere in scena Leopardi, e in particolare quel variopinto e eterogeneo capolavoro che sono le Operette Morali, è sicuramente una scelta coraggiosa, ma riuscire a toccare gli animi di un gruppo di adolescenti e regalare loro un’esperienza unica, è un’abilità rara e degna di essere apprezzata come merita.
È ovviamente impossibile sapere cosa direbbe il poeta dell’indefinito in questo caso, ma chiunque l’abbia studiato o letto sarebbe d’accordo nel dire che la vitalità e l’emotività mostrata dagli attori nell’esecuzione sarebbero state di suo gradimento. Avrebbe apprezzato anche la scelta di “appoggiarsi” ai canoni della Commedia dell’Arte? Forse non subito, ma una volta notati gli sguardi carichi di ammirazione che popolavano la platea e la magia creata dalle sue stesse Operette, anche Leopardi si sarebbe ricreduto.
La pièce, nonostante l’età relativamente giovane, può considerarsi un pezzo nato già maturo e il cui unico miglioramento potrebbe essere introdotto semplicemente aumentando le ore messe a disposizione dalle scuole per favorire il dialogo tra studenti e attori o regista, al fine di favorire una migliore comprensione delle scelte artistiche e letterarie adottate da questi ultimi.
E ciononostante, le Operette Morali sono lo spettacolo teatrale di cui ognuno, seppur senza saperlo, avrebbe bisogno.
Francesca Riccio, VC istituto “Vian”