Qualche sera fa Ladispoli era in fermento; le vie e le piazze erano affollate da genitori imbacuccati che con passo deciso accompagnavano i loro piccoli verso la scuola. I ragazzi più grandi, vestiti in modo bizzarro, si incamminavano anche loro verso la scuola e nell’aria un tintinnio leggero ed un profumo di buono e di tempi passati attirava tutti i passanti verso piazza Falcone. Ad un osservatore poco attento e poco informato sarà sembrato strano, qualcuno più malizioso avrà pensato: <<i “meloncini” sono in confusione! A scuola a quest’ora?>>, ma ai più curiosi, giunti davanti all’istituto comprensivo “Corrado Melone”, si è svelato il mistero: era la serata del Presepe vivente!
Docenti genitori e alunni della “Melone” hanno infatti voluto mettere in scena per la prima volta un “Presepe vivente” presso l’aula verde “Aldo Piersanti” e negli spazi esterni alla Scuola. “Presepe” significa “luogo recintato da una siepe” ed infatti Gesù nacque proprio in un luogo simile, più o meno come nascono oggi i bambini che fuggono dall’Africa per venire a salvarsi nella nostra ricca Europa.
Il Presepe vivente è stato messo in scena non perché “siamo italiani”, come qualche furbo demagogo insiste a ripetere per recuperare voti che non sa ottenere in base alle proprie proposte politiche, ma perché siamo tutti fratelli; anzi proprio perché siamo contro le divisioni basate su falsità che esistono solo nelle menti malate. Non dimentichiamo che San Francesco, tornando dalla agiata Roma, dove era stata confermata la sua Regola, trovandosi a Greggio al freddo, sentì forte il desiderio di “rappresentare il Bambino nato a Betlemme e, in qualche modo, vedere con gli occhi del corpo, <per chi non ha gli occhi dell’amore>, i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello” (Tommaso da Celano, “Vita Prima”, 84: “Fonti francescane”, n. 468). Cioè il suo Presepe voleva ricordare visivamente il dolore di quanti non hanno nulla, di chi è lontano dalla propria casa, di chi è in cerca di una vita migliore fuggendo da guerre e carestie. Insomma il Presepe è il monito a chi parla falsamente di pace e integrazione.
Dopo i controlli necessari a garantire la sicurezza di tutti (green pass, distanziamento e mascherina obbligatoria), a scuola oramai divenuti di routine, il visitatore è stato ricevuto addirittura dall’imperatore Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustus, il preside Agresti, accompagnato da sua figlia Iulia, la prof.ssa Pascucci. Oltre ai due augusti personaggi, il visitatore era accolto anche da una miscellanea di profumi. Da una parte un casaro era indaffarato a preparare ricotte e primo sale, non vi dico che sapore; dall’altra un forno fremeva di attività: il pizzaiolo sfornava pizze di ogni genere, una gentil dama preparava pizze fritte e gustosissime ciambelle, mentre il mastro vinaio mesceva allegramente del buon vino e del vin brûlé caldo; in un cantuccio un tizio imbacuccato arrostiva sulla brace meravigliose caldarroste.
Ma questa era solo il benvenuto! Nel villaggio di Natale, magistralmente allestito nei giorni precedenti nell’aula verde “Aldo Piersanti” dai bambini dell’infanzia e adattato all’uopo dai più grandi, i ragazzi della Melone, vestiti di tutto punto e guidati dai loro docenti, hanno messo in scena la Natività! La capanna con Maria, San Giuseppe, il bambinello e l’angelo era allietata dalle visite dei pastori accorsi con le loro pecorelle e dal rumore delle botteghe operose; i falegnami, i fabbri, i vasai, le magliaie, tutti indaffarati. Ad un tratto tutti si sono fermati, meravigliati, per accogliere l’arrivo dei Re Magi, che in groppa ai loro destrieri, dei veri pony concessi dalla ASD “Ladispoli equitazione”, hanno raggiunto la capanna per portare i loro doni. Insomma uno spettacolo favoloso.
Sareste inclini a credere che le emozioni fin qui donate siano state sufficienti per una sola serata, ma alla “Melone” si è abituati ad esagerare, infatti i più piccolini hanno voluto dimostrare le loro grandi capacità di intrattenimento; i loro canti, i balletti e le altre performance hanno saputo regalare le classiche lacrimucce di gioia e d’emozione.
A detta di tutti i presenti, compreso l’assessore alla scuola il dott. Fiovo Bitti, è stata una serata assolutamente speciale, oltretutto all’insegna della solidarietà e della socialità, per quanto controllata e nella massima sicurezza, donata alla popolazione della nostra splendida città dai suoi cittadini più importanti: i nostri bambini!
Anna Maria De Biasio e Riccardo Agresti