Contrastare il cambiamento climatico, compensare le emissioni di CO2, proteggere la biodiversità. Sono questi gli obiettivi di “Ossigeno”, il progetto della Regione Lazio che con un investimento di dodici milioni di euro in tre anni e grazie alla collaborazione di Enti pubblici e privati mira a piantare su tutto il territorio regionale 6 milioni di nuovi alberi e arbusti autoctoni certificati, uno per ogni abitante della regione.
Un progetto a cui ha aderito anche l’Ente parco naturale Bracciano-Martignano, che, dopo aver lanciato l’iniziativa in collaborazione con l’università Agraria di Bracciano ha sottoscritto un’altra convenzione con l’omologo ateneo di Cesano (XV Municipio di Roma Capitale).
«Il progetto “Ossigeno” ha una funzione sociale, volta a garantire un ambiente più sano e con ridotte emissioni di CO2 per le future generazioni, in un quadro di responsabilità condivisa tra i partecipanti e innovazione del rapporto tra uomo e ambiente – affermano Vittorio Lorenzetti (Presidente) e Daniele Badaloni (Direttore) – per risolverlo serve rafforzare sempre più la sinergia tra enti e comunità locale ed è fondamentale in questo il ruolo dell’Ente Parco».
Si tratta di due progetti di piantumazione (rimboschimento macchia di Cesano distrutta da incendio e giardino botanico a San Celso, ndr), che sono stati approvati e per i quali la direzione ambiente della Regione Lazio ha trasferito all’Ente 100.000 euro.
In particolare, per quanto riguarda Cesano, il progetto si realizzerà su un terreno di proprietà dell’università agraria locale. L’area individuata, il bosco del “Rigo”, ricade interamente nel perimetro del parco e nel corso del 2017 è stato investito da un rilevante incendio che ne ha determinato la quasi totale distruzione. Il progetto prevede la piantumazione di specie forestali, con prevalenza di specie quercine per ripristinare l’originaria biodiversità.
«Ringraziamo, a nome dei cittadini, l’Ente Parco poiché tale intervento – ha dichiarato il presidente dell’università agraria Caterina Mancini – consentirà di recuperare, con tutte le sue potenzialità sia in termini di valenza naturalistica che di fruizione sostenibile, questa importante proprietà collettiva dopo il devastante incendio di quattro anni fa».