20 Luglio, 2024
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La schiettezza del medico e le tossine del biennio

L’interminabile fila di vetture sulla strada che accompagna all’ingresso dell’ospedale “Padre Pio” porta al rallentamento del traffico ma anche alla consapevolezza del fatto che le persone vorrebbero affrancarsi il più in fretta possibile dall’era-Covid, con buona pace di chi vede le streghe nel teorema delle vaccinazioni. L’Italia ha affrontato l’immunizzazione contro la polio e il colera, e non viene rammentata sommossa di popolo all’epoca. Dicono “dipende dai social”, e in parte è vero, lo “sfogatoio” della Rete si è trasformato in una sorta di quinto potere, per cui diventa inevitabile l’accenno di ribellione da parte di chi è contrario alle punturine che potrebbero allontanare lo spettro del virus. Dialogando con un medico, pronto a discorrere in maniera decisamente semplice e pacata, questi ha chiuso l’amabile chiacchierata con un paragone “ingenuo”, ma quanto mai efficace. «Le persone – racconta – vengono da me e dicono “chissà cosa c’è dentro a quel vaccino”». «Osservazione correttissima – risponde sempre agli interlocutori di circostanza – ma ci sono bevande che ingurgitiamo senza neanche porci il problema di cosa ci sia dentro». Capito il riferimento? Beh, per una volta proviamo a scavalcare polemiche e dietrologie, e pensiamo al Natale, alle feste che lo incorniciano, all’anno che verrà. Scrollarci di dosso le tossine di un secondo anno disgraziato, non è certo reato.
Massimiliano Morelli

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