Secondo la Carta dei Servizi della Asl di Viterbo, datata 2 novembre 2021, ai cittadini viene garantito un servizio diagnostico, terapeutico e assistenziale relativo a patologie quali, linfomi, leucemie, mielomi presso il reparto di Ematologia dell’Ospedale Belcolle. Ad oggi, si assiste invece all’ennesima riorganizzazione dei reparti. Tra questi, l’assurdo accorpamento tra l’Unità Operativa Ematologia e Oncologia, ubicate al nono piano del blocco C di Becolle.
Un paziente ematologico per sua definizione, è considerato “fragile” in quanto a rischio di neutropenia. Una condizione che comporta una riduzione del numero di neutrofili circolanti, aumentando il rischio e la gravità di infezioni batteriche e fungine. Per questa ragione e non solo, ha il diritto di essere assistito da un’equipe altamente qualificata in una struttura logisticamente adatta. Tutti requisiti che la Asl di Viterbo sarà è in grado di offrirgli?
Evidente è la disgregazione del personale infermieristico di ematologia. Una parte è stata destinata ai reparti Covid e il rimanente – chiaramente sotto organico – , accorpato con il personale del reparto di oncologia; ci si domanda, se la logistica attuale sia adatta al trattamento delle malattie ematologiche neoplastiche in quanto le camere di degenza dovrebbero rispondere a certi requisiti come: dotazione di camere a bassa carica microbica munite di una zona filtro in entrata, aria immessa a pressione positiva e bagno in camera. Elementi indispensabili per contenere efficacemente i rischi infettivi; una situazione ancor più complessa, se si considera anche il problema della pandemia.
Lo stesso Egidio Gubbiotto di Confael Sanità Viterbo, ha denunciato in un comunicato l’attuale situazione della degenza ematologica:
“Vogliamo ricordare a tutti, che già il 20 ottobre scorso alla presenza delle autorità politiche regionali, il Direttore Generale di questa Asl inaugurava il nuovo “blocco” in cui avrebbero dovuto trovare ubicazione alcuni servizi come ad esempio il Dipartimento onco-ematologico. (..) Chiediamo a gran voce che le gravi mancanze e inadempienze denunciate possano trovare soluzioni affinché l’incolumità dei malati e dei lavoratori non venga ulteriormente pregiudicata. “
In conclusione, possiamo davvero noi cittadini avvalerci di un servizio garantito dalla Asl di Viterbo solo “alla carta”? Saremmo costretti ancora una volta, a rivolgerci a altri presidi Ospedalieri della regione?
Erica Trucchia