13 Novembre, 2024
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Bassano Romano, il “Gladiatore” Giustiniani è tornato a casa

Dopo più di mezzo secolo in giro per il mondo, smembrato, contrabbandato, mercificato, quel che rimane, (per ora), del gruppo marmoreo del “gladiatore” è tornato a casa, quel Palazzo Giustiniani di Bassano Romano dal quale mani truffaldine l’avevano sradicato negli anni ’60.
Ed è a palazzo Giustiniani che il Sindaco di Bassano Romano Emanuele Maggi; il Col. Danilo Ottaviani, Vicecomandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale; la Direttrice di Villa Giustiniani Federica Zalabra, e il Direttore del Parco archeologico di Ostia Antica. Alessandro D’Alessio, hanno dato il bentornato al torso del “ gladiatore” e alla testa del leone che sta uccidendo.
L’opera, in realtà, era una composizione voluta dal marchese Vincenzo Giustiniani e creata nella prima metà del 1600: una composizione costruita intorno a un frammento di scultura di età romana dedicata a Mitra che uccide il toro. Composizione che il busto rende “affratellabile” al Mitra di Kriton, conservato nel Parco Archeologico di Ostia Antica e del quale viene considerato copia.


Trafugato da palazzo Giustiniani, il busto del “gladiatore” ha seguito il complesso iter del commercio clandestino di opere d’arte, per finire, attraverso il mercato legale, al Getty Museum di Los Angeles che lo restituisce all’Italia nel 1999, grazie al riconoscimento di uno studioso e all’azione dei Carabinieri tutela patrimonio culturale.
Diversa storia per la testa del leone, trafugata nella notte tra il 2 e 3 marzo 1966 e finita attraverso il commercio clandestino in una villa sull’Appia Antica. Nel 2002 la villa viene acquistata dalla Soprintendenza e aperta al pubblico. A un Bassanese in visita
alla villa cade l’occhio su una testa di leone che gli ricorda qualcosa, va a guardare sulle sue fotografie e ricordi, segnala la cosa ai carabinieri ed ora la testa di leone è ricongiunta all’altro frammento della composizione scultorea.


Citiamo, tra gli interventi, quello del Sindaco di Bassano Emanuele Maggi che ha richiamato ricordi fanciulleschi, di quando sulla piazza del Comune, con i ragazzi della sua età dava calci al pallone e la porta entro cui fare gol era il portone perennemente chiuso di Palazzo Giustiniani. Un palazzo, ha detto, dal quale si sono viste soltanto uscire cose, arredi, suppellettili e quant’altro. Questo ritorno del “gladiatore”, unito ai provvedimenti presi da Ministero Beni Culturali e Regione Lazio a favore del rilancio di palazzo Giustiniani deve rappresentare, secondo Maggi, un’occasione di rilancio per tutto il territorio.
Un augurio cui, volentieri, ci associamo.
Marcello Ramognino

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