22 Dicembre, 2024
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Bentornato, signor Presidente

Lettera aperta al Capo dello Stato

Sarei curioso di leggere fra vent’anni il giudizio che la storia darà di questi nostri turbolenti anni. Difficili: scarsa crescita economica, mancanza di lavoro, aumento delle povertà, disagi sociali e dulcis in fundo la pandemia. Da giovane credevo che chi si candidava alla guida del Paese avesse in mente idee, proposte, competenze per tentare di risolvere, quantomeno di migliorare, lo status quo.
Con gli anni ho capito invece che non sempre è così, anzi succede spesso che il popolo-elettore è costretto a riprendere il “timone” per evitare che la “barca” vada a sbattere.
L’incapacità di saper scegliere
È quanto è capitato in questi giorni in Italia; una pletora di partiti non è stata in grado di fare eleggere il nuovo Capo dello Stato. Questi i numeri: aventi diritto al voto 1009, di cui 321 senatori, 630 deputati e 58 regionali.
Gli italiani, ai quali si rimprovera spesso di disertare le urne, sono “più avanti” degli eletti; che sono puri alla richiesta del voto, ma si trasformano in persone voraci sulle scranne del Parlamento.
Perdono di vista l’interesse generale, il bene comune e si lasciano sopraffare dal gattopardismo, per trarne il massimo dei benefici, calpestando valori e dignità.
I duellanti della politica
Gli eletti si trasformano e si dileguano nelle sigle più diverse, i partiti “duellano” con le correnti al loro interno, i capigruppo di Camera e Senato rappresentano appena se stessi e i segretari, che in apparenza dettano la linea da seguire, in assemblea ottengono l’unanimità dei voti, ma fuori ognuno fa il “bastian contrario”. A copertura del trasformismo i “voltagabbana” si appellano all’articolo 67 della Costituzione in base al quale ogni membro rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
Interpretazione che non trova giustificazione nell’articolo 67 né in altre parti della Costituzione.
Obiettivo “poltrona”
L’attuale XVIII legislatura, che ha avuto inizio il 23 marzo 2018 e terminerà a marzo 2023, ha molti giovani alla prima esperienza parlamentare e per loro è determinante, data la riforma del sistema pensionistico di Camera e Senato del 1° gennaio 2012, aver compiuto 4 anni e 6 mesi per il diritto all’assegno pensionistico; è loro obiettivo mantenere la poltrona almeno fino al 24 settembre 2022.
La pressante informazione messa in atto per l’elezione del Capo dello Stato da reti televisive, radio, giornali e forze politiche, ha tenuto inchiodati per molti giorni i telespettatori, interessati e curiosi.
La tela di Penelope
Le ripetute elucubrazioni di esponenti di partito alla ricerca dell’identikit super partes al ruolo di Capo dello Stato, di alto profilo e competenza, individuato di giorno e cancellato di notte, come fosse la tela di Penelope, non avevano alcun seguito, se non quello di ledere il buon nome dell’identificato; ciò ha fatto intendere chiaramente che la strada voluta dai politici era quella tracciata dal Gattopardo.
Per i Partiti, che erano e sono al Governo, il timore di scompaginare l’assetto di coalizione e il rischio di nuove elezioni politiche è stato il loro leitmotiv. La pantomima è durata quasi una settimana, tra schede bianche e voti sparsi, finché la palpabile irritazione degli italiani ha indotto i grandi elettori a chiudere la scena e convogliare sul presidente uscente.
Intorpidimento generale
Questi sono alcuni dei motivi che hanno intorpidito l’azione elettorale.
È stato rieletto Sergio Mattarella il 29 gennaio 2022 con la maggioranza assoluta, 759 voti su 983, all’ottavo scrutinio.
Riporto, del suo primo discorso alle Camere del 3 febbraio 2022, un flash eloquente:
“…per me una nuova chiamata – inattesa – alla responsabilità; alla quale non posso e non ho inteso sottrarmi”.
“Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento che ha concluso i giorni travagliati della scorsa settimana. Travagliati per tutti, anche per me”.
Consapevole che tutte “le attese sarebbero state compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni”.
“È questa stessa consapevolezza la ragione del mio sì e sarà al centro del mio impegno di Presidente della nostra Repubblica nell’assolvimento di questo nuovo mandato”.
Un’altra “chiamata”
Così ha esordito il Presidente, richiamato alla guida dell’Italia; Le siamo grati e auspichiamo che i politici abbiano un sussulto di dignità e sulla scia delle indicazioni ascoltate nel discorso di insediamento, alle quale sono seguite 55 interruzioni con applausi, i partiti si adoperino con rapidità e coscienza a risollevare le sorti del nostro paese, che ne ha veramente bisogno.
Le sia di conforto, signor Presidente, sapere che tutto il popolo italiano, e non solo, Le è vicino con profonda stima e fiducia e Le riconosce il lodevolissimo impegno col quale testimonia al mondo i pregi e la cultura della nostra bella Italia.
L’augurio sincero di buon lavoro e lunga vita.
Franco Marzo

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