Stanche, sfiduciate, impotenti. Sono le famiglie del post-Covid. Uno tsunami che ha sconvolto e minato la stabilità di tantissime mamme e papà, in particolare quelle con bambini con disabilità. “Oggi tocchiamo con mano i danni che il Covid ha lasciato sulle spalle dei ragazzi e delle loro famiglie – spiega la dottoressa Alba Sunshine Bettoschi, neuropsichiatra infantile responsabile dell’area ‘età evolutiva’ della Fondazione Isc Roma Litorale -. Sono scoppiati gli aspetti comportamentali, notiamo una regressione delle autonomie e un aumento dei comportamenti problematici dovuti alle lunghe costrizioni e al periodo di Dad. Per le famiglie si è amplificato uno stato di stress emotivo ormai difficilmente gestibile. Ecco perché abbiamo deciso di creare dei gruppi di sostegno alla genitorialità che possano dar loro un supporto”. “La pandemia ha messo a dura prova, dal punto di vista emotivo, la relazione genitori-figli – sottolinea la dottoressa Bettoschi -. Lo stress genitoriale ha raggiunto livelli critici e ciò vale a maggior ragione per quelle mamme e papà che hanno a che fare quotidianamente con la disabilità e con vissuti di angoscia, impotenza, rabbia e frustrazione connessi. Spesso le famiglie che hanno bambini affetti da disabilità più o meno complesse sperimentano progressivi fenomeni di ritiro sociale, cui si associano sentimenti di solitudine e colpa che finiscono per danneggiare il clima terapeutico-riabilitativo. Questo in ultima analisi si ripercuote negativamente sullo sviluppo del bambino e inficia il buon esito del percorso riabilitativo. L’obiettivo di questi incontri è fornire sostegno e accoglienza, nonché consentire la creazione di una rete di supporto tra gli stessi genitori, attraverso il confronto attivo e la condivisione di vissuti ed esperienze”.
“Le famiglie con ragazzi o ragazze con disabilità purtroppo per forza di cose tendono a isolarsi. La patologia prende il sopravvento e assorbe tutte le energie. Il Covid ha amplificato questa problematica. I ragazzi non potevano fare più attività, non uscivano più di casa e per le famiglie si è accentuato il peso della disabilità. Sono aumentate separazioni, le famiglie si sono sfaldate. Ecco perché attraverso questi gruppi cerchiamo di dare loro un supporto e gli strumenti per poter riprendere il proprio cammino”. Gli incontri sono iniziati con due gruppi, composti da 7 famiglie ciascuno, raggruppate in maniera omogenea per patologia dei ragazzi e per età. Il primo gruppo sarà composto essenzialmente da adolescenti con disabilità intellettive importanti. Il secondo invece da bambini in età scolare con disturbi dello sviluppo. Il progetto prevede 5 incontri per gruppo per poi ampliare la propria platea ad altre famiglie.