I brutti ricordi di guerra sono riaffiorati alla mente tra il 23 e il 24 febbraio, quando Putin ha comunicato di voler «smilitarizzare l’Ucraina e proteggere il Donbass». La travagliata storia dell’Ucraina, come parte dei territori dell’Europa orientale e parte dell’Asia centro-settentrionale, affonda le radici nell’Impero Russo con lo Zar Nicola II (1868-1918).
L’era-Lenin
Si differenzia il breve periodo del governo provvisorio, quando a luglio del 1917, Kerenskij, concesse all’Ucraina un’ampia autonomia, approvata a novembre dai Soviet.
Il 24 ottobre, Lenin iniziò l’occupazione dei punti nevralgici, anticipando l’Assemblea costituente del 28 novembre, programmata dal governo provvisorio. Il 25 ottobre Kerenskij fu costretto a fuggire a bordo di un’automobile dell’Ambasciata americana e nello stesso giorno Lenin annunciò la presa del potere al secondo congresso dei Soviet.
Morto Lenin (21 gennaio 1924) si scatenò una feroce lotta tra fazioni per la successione tra Lev Trockij e Iosif Stalin. Con Stalin (dal 1924 al 1953) il Paese ebbe una ripresa economica, ma anche le “grandi purghe” contro i suoi oppositori politici e ideologici; migliorò la qualità della vita ma produsse migliaia di morti per il lavoro pressante e disumano.
Michail Gobačëv fu eletto segretario del PCUS nel 1985 e con lui iniziò una fase nuova. Fondò la sua politica su perestrojka (ristrutturazione) e “glasnost” (trasparenza). Richiamò Andrej Sacharov dopo sette anni di esilio. La sua apertura portò alla fine della guerra fredda, al superamento della rigida politica della repressione interna e ciò fece emergere i contrasti, gli odi raziali e le spinte indipendentistiche dei popoli.
L’indipendenza
I Paesi baltici, annessi all’Unione Sovietica nel 1940, chiedevano il ripristino dell’indipendenza; cominciò l’Estonia nel 1988, la Lituania nel 1990. Il 7 febbraio 1990 il PCUS consentì nelle quindici repubbliche dell’URSS di tenere le prime libere elezioni.
Il PCUS perse le elezioni in Lituania, Moldavia, Estonia, Lettonia, Armenia, Georgia. L’8 dicembre del 1991 Ucraina, Bielorussia e RSFS Russa sancirono la nascita della Comunità degli Stati Indipendenti. Il 10 dicembre l’accordo venne ratificato dall’Ucraina e Bielorussia e il 12 dicembre dal Parlamento Russo.
L’Ucraina, Stato indipendente
L’Ucraina nacque come Stato indipendente, nel 1991, ma all’interno vi erano i fautori filo-europei e filo-russi.
Il presidente Viktor Yanukovych, eletto nel 2010, si palesò nel 2013 filo-russo quando si rifiutò di firmare l’accordo di associazione e libero scambio con l’Unione europea. Seguirono le proteste di piazza (Movimento “EuroMaidan”) con un centinaio di morti e si conclusero tre mesi più tardi con la fuga di Yanukovych.
Il referendum della Crimea
Gli abitanti della Crimea fecero il referendum, per decidere se staccarsi o restare nell’Ucraina (illegale per la Corte costituzionale ucraina) e vinsero i filo-russi, perché erano arrivati migliaia di militari russi privi di mostrine e ne avevano già preso il controllo.
Nel marzo del 2014 Putin sancì la secessione della Repubblica di Crimea dall’Ucraina e la sua annessione alla Federazione Russa. Sulla scia della Crimea nelle province di Donetsk e Lugansk ebbe inizio una guerra civile tra filo-europei e filo-russi nonostante Minsk II del febbraio 2015, nel quale si era convenuto il cessate il fuoco e il rispetto delle parti.
Dichiarazione di guerra
La notte tra il 23 e 24 febbraio 2022 Putin ha riconosciuto le due province autoproclamatesi Repubbliche indipendenti e ha dichiarato guerra all’Ucraina, mettendo in allerta l’Europa e gli Stati Uniti. I politologi ritengono che Putin mal sopporti quei Paesi che un tempo sono stati nell’URSS e oggi sono nell’Alleanza Atlantica, e vuole assicurarsi alcuni “Stati-cuscinetto” per proteggere i suoi confini.
Il “mondo nuovo”, digitale e inclusivo, ha superato i vecchi parametri ottocenteschi e ritiene che le “relazioni”, se pur faticose e difficili, sono la via maestra per la pacifica convivenza dell’umanità. La guerra non ha mai risolto i problemi, anzi ne ha creato altri più gravi. Il diritto internazionale sancisce il principio in base al quale i popoli hanno il diritto di scegliere liberamente il proprio sistema di governo e di essere liberi da ogni dominazione esterna; proposto durante la Rivoluzione francese e poi sostenuto da statisti come Lenin e Wilson.
L’importanza del dialogo
Il dialogo è l’arma più efficace e potente che l’umanità possiede e non ha limitazioni riguardo gli argomenti, il tempo e lo spazio, vince le controversie e le guerre e risparmia catastrofi e perdite di vite umane. Siamo nel mondo globalizzato e ce lo ha ricordato la Pandemia; coabitiamo questa Terra, dataci in affido, quale un’unica famiglia terrestre, per il tempo che ci è dato, perché la si possa consegnare, migliore di come l’abbiamo ereditata noi, alle generazioni future.
Franco Marzo