Il fischio dell’arbitro, la palla a due, si inizia a lottare. Lottare in campo si intende, un battagliare agonistico, competitivo ma pur sempre sportivo. Di questi tempi, ci rendiamo conto che i paralleli che emergono da termini del genere non sono molto felici e, purtroppo, ci riconducono inevitabilmente a qualsiasi genere di conflitto. Tuttavia questa è la nostra naturale e sincera risposta a tutto ciò di che di poco sportivo c’è fuori dal campo da gioco. Una risposta silenziosa e rispettosa, ma che nel contempo con l’effetto sinergico di emozione, divertimento e atteggiamento positivo, emana un entusiasmo e un messaggio a dir poco roboante.
Gare da recuperare
Siamo nel mezzo della stagione sportiva e le partite la fanno da padrone.
L’attività agonistica, iniziata con un periodo di stallo delle competizioni nel tentativo di limitare i contagi in un momento delicato della pandemia, adesso richiede uno sforzo fisico e mentale di tutti gli atleti, essendoci in programma tantissime gare da recuperare, una dietro l’altra. Stessa situazione anche per i bambini e i ragazzi del minibasket che, dopo lo stop imposto dai protocolli sanitari, ora si apprestano ad avere mesi intensi di partite dopo intere settimane di soli allenamenti. Ma questa è comunque una buona notizia, al minibasket non importa vincere o perdere, classifiche e playoff, l’importante è poter tornare in campo e rivivere l’emozione di un canestro.
Il minibasket
Al riguardo è bello richiamare un nostro precedente articolo sul “perché minibasket”, nel quale sottolineammo l’importanza della partita quale punto cruciale del confronto e, di conseguenza, della crescita di ogni individuo che calca il parquet. Dal genitore che vede il figlio emozionarsi e mettersi in gioco, all’allenatore che riesce a valutare in modo più approfondito il livello dei ragazzi, individuando per esempio particolari tecnici o comportamentali che dovrà poi sottolineare durante gli allenamenti, fino ad arrivare agli stessi ragazzi che finalmente, divertendosi, danno sfogo a fantasia motoria, tecnica e creatività sportiva.
Nella partita si mette in atto ciò che si è imparato, in tempi e spazi naturalmente e artificialmente delimitati, per provare a sovrastare, sempre sportivamente, l’altra squadra. Ah ecco, una cosa importante non abbastanza evidenziata: la squadra.
Identità di squadra
Mai come durante le partite cresce l’identità collettiva e il senso di appartenenza alla squadra. In questo i gruppi giovanili sono il modello: anagraficamente sono i ragazzi che più mostrano la voglia di stare insieme, creare la vera e propria comitiva trainante. Ore e ore in palestra senza mai stancarsi, doppi allenamenti, una risata con il compagno di avventure e una voglia di spaccare il mondo che non si trova molto spesso in questi anni. La pandemia non ha favorito questo processo di apertura al mondo ma in questo difficile contesto lo sport, in particolare uno sport di squadra come il basket, lavora quotidianamente su questo e può essere uno strumento per amplificare tale facoltà. L’allenamento e le partite per diventare un giorno giocatori migliori e, perché no, modelli da seguire, sportivamente parlando, di quei bimbi che pochi anni prima si allenavano con la palla leggera, il canestro basso e in un ambito strettamente ludico.
La stagione
Ritornando all’attuale stagione sportiva, per i gruppi giovanili sta procedendo molto bene: il gruppo under 13, affacciatosi da poco al mondo della pallacanestro dei grandi, sta facendo un campionato gagliardo, a testa alta e giocandosela con tutte le squadre. Molto spedite l’under 14 che viaggia prima in classifica nel girone e l’under 16, a ridosso delle prime posizioni. Simile il cammino di under 17 e 19 che, nonostante disputino un campionato di alto livello, spesso incontrando ragazzi più grandi ma riescono a stare con il gruppo di testa, giocandosi fino all’ultimo, la qualificazione ai playoff.
Menzione d’onore per la prima squadra, partecipante al girone B del campionato regionale di serie D. Allenata dall’esperto e competente coach Satolli, è prima in classifica al termine della prima fase del torneo, dopo aver collezionato 14 vittorie consecutive. A breve avrà inizio la fase a orologio, che la vedrà in vetta al calendario dei playoff. Il vantaggio di aver dominato il girone si concretizzerà nella possibilità di sfruttare il fattore campo nelle partite che conteranno maggiormente.
Dunque il campionato di serie D entra nella fase cruciale e la Pasqua sarà lo spartiacque tra la prima e la fase finale della competizione. Sarà, come sempre, un’occasione per tutti di mettersi in gioco e di lottare su ogni pallone. Poi, come insegna lo sport, finita la partita, vinta o persa, essere orgogliosi di averci provato, ringraziare e salutare l’avversario perché, in fin dei conti, è solo così che si cresce davvero.