Il 25 aprile il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ha visitato l’Ospedale “Padre Pio” di Bracciano.
Sileri, accolto dal direttore generale Asl RM4 Cristina Mastranga e dal direttore sanitario Antonio Carbone, insieme ai primari e allo staff amministrativo, ha percorso con interesse i reparti della struttura, compresa la nuova ala di lungodegenza, che verrà inaugurata il 2 maggio. Presenti anche i sindaci dei comuni di Bracciano, Manziana, Trevignano Romano e Canale Monterano.
“La presenza dei vertici nazionali della Sanità in un ospedale come il Padre Pio sottolineano nuovamente il ruolo della medicina di prossimità e dei presidi ospedalieri di tutta la Regione” ha dichiarato il direttore generale Cristina Mastranga “ .
«La sanità del futuro non può prescindere dal territorio e dalla prossimità» – ha affermato Sileri nell’intervista esclusiva a L’agone Nuovo – .
«Non esiste una medicina di periferia» – ha aggiunto – il centro è dove è la malattia. Valorizzare l’assistenza territoriale è ciò a cui dobbiamo puntare senza sosta, con finanziamenti, personale e formazione adeguati, per un sistema sanitario che non abbia centro e periferia, ma semplicemente tanti nodi di una rete in grado di arrivare dove è il bisogno di salute» .
Per quanto riguarda il Covid e le misure di mantenimento “la prossima settimana prenderemo una decisione per ridurre l’utilizzo delle mascherine nei luoghi chiusi» – ha detto il sottosegretario –
«Rimarranno come presidi nel corso di un periodo di transizione per alcune attività. Un esempio? Nei mezzi pubblici. Cosa accadrà a ottobre, lo scopriremo nei prossimi mesi e prenderemo provvedimenti a seconda delle necessità. Il consiglio è continuare la vaccinazione, dunque fare la terza dose in assenza o meno del greenpass».
Riguardo ai recenti casi di epatite infantile, malattia di cui ancora si disconoscono le cause e che sta preoccupando la popolazione, «vorrei confermare che non hanno alcuna correlazione né con il vaccino anti-Covid né con l’infezione da Coronavirus» – ha rimarcato – «poiché si verificano in una fascia d’età per cui non ne esiste ancora uno: l’epatite sembrerebbe di eziologia infettiva, nella maggioranza dei casi è stata identificata una positività all’adenovirus, ma questo non basta a stabilire una relazione».
«La rete del nostro Sistema nazionale, sta monitorando i casi sospetti» – ha concluso – «Credo che così come è accaduto per il Covid-19, molto presto la comunità scientifica internazionale sarà in grado di dare risposte sulle cause e su come poter intervenire».
Erica Trucchia