Un giornalista, non più tardi di una settimana fa, si è presentato nella redazione di un noto quotidiano per un colloquio di lavoro. Vista l’età (51 anni), il cronista in questione sapeva perfettamente che non avrebbe potuto chiedere l’assunzione, al massimo una collaborazione a fattura. Fatto sta che il colloquio è andato più che bene, il giornalista in questione ha fatto un’ottima figura, ma a fine incontro si è sentito rispondere all’incirca così: “Collega hai un problema, sei troppo qualificato. Sono schietto, coi soldi che dovrei dare a te ci pago tre stagisti che mi portano pure la colazione in redazione al mattino”. Ecco l’istantanea dell’informazione in Italia è questa, spazio agli stagisti e un calcio nel di dietro a chi ha scavalcato gli “anta”. Non c’è soluzione alternativa, il “padrone” vuole sempre pagare poco, dimenticando l’antico detto del “poco pagare, poco valere”. Forse è per questo che i tanti comunicati stampa che arrivano nelle redazioni sono sempre infarciti di errori, strafalcioni, baggianate.
Massimiliano Morelli