Nuove informazioni per ottenere una medicina sempre più predittiva e personalizzata. È lo scopo di “Hervcov”, il progetto di ricerca che riunisce ricercatori di 5 diversi Paesi dell’UE, tra cui l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, e ha come oggetto di studio una proteina scoperta nelle infezioni gravi di covid-19.
La ricerca è finanziata dalla Commissione Europea con quasi 7 milioni di euro e coinvolge oltre all’Italia, enti di ricerca e aziende di Croazia, Francia, Grecia e Spagna.
Lo studio alla base di HERVCOV è incentrato sulla proteina HERV-W-ENV, una molecola attivata durante l’infezione da SARS-CoV-2, presente a livelli elevati nel sangue di pazienti gravi di COVID-19 ed associata ai disturbi chiamati “long-covid”.
La proteina HERV-W-ENV deriva da sequenze di retrovirus endogeni umani (Human Endogenous RetroVirus – HERV) originate da infezioni avvenute nell’uomo milioni di anni fa e che attualmente costituiscono l’8% del genoma umano. Sebbene la maggior parte delle sequenze degli HERV sia stata silenziata da meccanismi evolutivi, alcune copie possono essere attivate da stimoli diversi, come le infezioni virali, e produrre proteine retrovirali patogene tra cui HERV-W ENV.
Questa proteina è nota per contribuire all’insorgenza e alla progressione di diverse malattie infiammatorie e neurologiche, e durante la pandemia di COVID-19 è stata osservata la sua attivazione nei pazienti affetti da SARS-CoV-2, in particolar modo in associazione alle forme gravi
Per l’Università di Roma “Tor Vergata” lo studio sarà supervisionato da Claudia Matteucci, ricercatrice della Cattedra di Microbiologia e Microbiologia Clinica presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale, e realizzato in collaborazione con il Policlinico Tor Vergata, in particolare con la prof.ssa Loredana Sarmati della Clinica di Malattie Infettive.
“Puntando sullo studio degli “Herv” nel contesto delle disfunzioni immunologiche, infiammatorie e delle diverse manifestazioni sintomatologiche associate alla malattia covid-19, al Post e Long-covid” afferma Claudia Matteucci “il progetto “Hervcov” ha come obiettivo l’identificazione dei fattori biologici alla base delle diverse risposte all’infezione da covid e lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici personalizzati”.
Al fianco dell’Università di “Tor Vergata” ci sarà l’Associazione Frascati Scienza, ideatrice di molti format per la divulgazione scientifica, che si occuperà di coordinare le azioni di comunicazione per tutti i Paesi coinvolti.
“Avere un’associazione che fa divulgazione ‘pop’ in un progetto di questo tipo, vuol dire dare un peso fondamentale non solo alla corretta diffusione dei risultati scientifici della ricerca, ma alla loro comprensione anche per i non esperti”, a dirlo è Matteo Martini, presidente dell’associazione. “La scienza oggi è notiziabile e spesso impatta sulle nostre vite, l’Europa – anche in connessione con l’infodemia a cui abbiamo assistito durante la pandemia – ha fortemente apprezzato questa nostra proposta riconoscendone il valore aggiunto in un progetto di ricerca”.
Dal 2019 sono state registrate più di 500 milioni di infezioni da SARS-CoV-2 che hanno causato oltre 6 milioni di morti nel mondo (fonte “Our World Data”, maggio 2022). Sebbene in questa fase della pandemia i sintomi più gravi sembrino essere attenuati, numerosi studi hanno dimostrato effetti a lungo termine nei pazienti guariti, che interessano il sistema nervoso, gastrointestinale, cardiocircolatorio e persino la salute mentale.
Il progetto “Hervcov” potrebbe offrire importanti informazioni su altre malattie studiando le risposte dell’ospite in diversi contesti. Grazie a questi studi, nel prossimo futuro si potrà garantire una maggiore conoscenza dei fattori di rischio, dell’interpretazione dei sintomi, della progressione di diverse malattie e degli esiti clinici in relazione alle caratteristiche della persona, con risvolti nell’ambito del sistema sanitario. Questo porterà a una nuova consapevolezza nei confronti della propria salute e una revisione del rapporto col medico: anche il supporto medico decisionale sarà stabilito in base a studi personalizzati sul paziente.
L’identificazione di fattori critici e la relativa risposta immunologica del singolo individuo porterà inoltre a interventi terapeutici e piani vaccinali specifici.