26 Dicembre, 2024
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Tanti referendum, ma non quello sull’eutanasia

Nonostante le firme dei cittadini siano state raccolte in numero sufficiente per un referendum, oggi, domenica 12 giugno, ai seggi referendari non si potrà votare per la legalizzazione dell’eutanasia a causa del giudizio di inammissibilità della Corte costituzionale, come scritto dalle associazioni ‘Eutanasia legale’ e ‘Luca Coscioni’ che lottano per la promozione della libertà di cura e di ricerca scientifica: «La Corte costituzionale lo ha dichiarato inammissibile con motivazioni arbitrarie e in contrasto con quanto previsto dall’articolo 75 della Costituzione».

Conseguentemente le suddette associazioni indicono una protesta che coinvolge tutto il territorio nazionale, diffusa attraverso i vari canali social e tramite e-mail, firmata da Filomena Gallo, Marco Cappato, Marco Perduca, Virginia Fiume, Lorenzo Mineo, Rocco Berardo e Matteo Mainardi, inviata agli iscritti alla mailing list delle associazioni, con le “istruzioni” per tutti i cittadini che vogliano unirsi alla rimostranza, le riportiamo qui di seguito: « Domenica 12 giugno ci recheremo ai seggi e lasceremo a verbale la seguente dichiarazione – Non mi sarà permesso di votare i referendum in materia di eutanasia e di cannabis, promossi per la prima volta dopo oltre 10 anni con le firme dei cittadini, perché la Corte costituzionale li ha dichiarati inammissibili con motivazioni arbitrarie e in contrasto con quanto previsto dall’articolo 75 della Costituzione. Questa ennesima negazione del diritto a esercitare la sovranità popolare mediante referendum va contro gli obblighi internazionali della Repubblica italiana e prefigura una violazione dei diritti civili e politici di tutti i cittadini del nostro Paese- nel caso in cui voleste fare lo stesso sarebbe un modo di rivendicare i vostri diritti politici e potrà essere utile per un ricorso alle giurisdizioni internazionali.

Il diritto di lasciare dichiarazioni a verbale è riconosciuto, se il presidente del vostro seggio non lo conosce, basta che gli diciate di prendere il punto 17.7 (Rifiuto di ritirare la scheda. Restituzione della scheda prima di entrare in cabina. Reclami e dichiarazioni di astensione o di protesta) – pagine 73, 74 e 75 – del Manuale di Seggio – Referendum popolari. Istruzioni per le operazioni degli uffici di sezione – Pubblicazione n.2 – Referendum – Ed. maggio 2022
Per facilitare le operazioni, potete presentare una copia scritta della vostra dichiarazione da allegare.
Se ne portate una seconda copia potete chiedere al Presidente di seggio di firmarla per ricevuta. Altrimenti potete chiedere al Presidente la cortesia di fare una foto al verbale con la vostra dichiarazione. In ogni caso, segnate il numero di seggio che sarà utile qualora occorra acquisire il verbale. Nel caso lo faceste anche voi, fatelo sapere, Grazie».
La protesta coinvolge, ovviamente, anche il nostro territorio che abbiamo visto già essere coinvolto nella raccolta firme pro-referendum inerente agli argomenti sopracitati.
A tal proposito la dichiarazione di Enrico Stronati, Consigliere comunale di opposizione ad Anguillara Sabazia: «Ci sono temi, come il divorzio, l’aborto o – in questo caso – il fine vita che devono essere trattati interpellando direttamente il cittadino, perché i temi etici sono di proprietà della collettività. Non sono temi che possono essere trattati nelle segrete stanze e per interposta persona, come accade nel nostro ordinamento dello Stato basato sul principio della rappresentatività, per questo si eleggono i rappresentanti del popolo.
Quando questo principio, che la Costituzione ci ha donato, viene stravolto da proposte referendarie spiccatamente tecnico-giuridiche (come quelle di oggi) che pongono il cittadino dinanzi a quesiti che occorre essere un addetto al settore per comprenderne il senso, o peggio ancora quando il quesito referendario viene totalmente disatteso (vedi referendum sull’acqua pubblica), è chiaro che la “politica” – nobile mezzo di tutela e gestione della cosa pubblica – si è piegata all’interesse nel mantenere inalterato lo stato delle cose piuttosto che essere strumento di progresso.

Chiedere al cittadino come riorganizzare la magistratura e non consentirgli di esprimersi sul fine vita è l’evidenza di questo fallimento.
Ad Anguillara la raccolta delle firme sull’eutanasia legale, che mi preme ricordare essere stata organizzata da due giovanissimi ragazzi del posto (Matheo e Simone), ha visto centinaia di persone fermarsi al gazebo, firmare e discutere dell’argomento. Io ho convintamente dato il mio contributo in qualità di validatore delle firme raccolte. Ho anche presentato al Consiglio comunale una Mozione per sollecitare la discussione in Senato dell’Atto Camera num. 2 sul “fine vita”, approvato dalla Camera ma bloccato in Senato. Siamo in attesa che lo stesso venga posto all’ordine del giorno del nostro Consiglio comunale. La Presidente De Carolis e la Vicesindaca Fiorucci (che ha la delega ai Servizi Sociali) mi hanno garantito che verrà discusso, se non lo si è fatto sinora è solo per alcuni problemi organizzativi che il Consiglio ha dovuto affrontare.
Anguillara diede un chiaro segnale di modernità e comprensione del problema, mi auguro che anche il Consiglio comunale faccia lo stesso. Non che questo sia determinante per l’approvazione del “fine vita”, ma comunque delineerebbe la posizione assunta dalla collettività locale su questo delicato tema».
Marzia Onorato

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