“Nel 2022 c’è stato un incremento del 50% degli infortuni rispetto al primo trimestre 2021. Per parlare di morti bisogna attendere le statistiche di Inail, perché il dato numerico, trattandosi di eventi gravi, vede un periodo di assestamento più lungo. Tuttavia, l’incremento del 50% sull’andamento infortunistico si commenta da solo e se pensiamo al trend vissuto in questi anni, purtroppo dovremo aspettarci un aumento degli eventi mortali anche nel 2022”. Lo ha detto il vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri di Roma e Provincia, Massimo Cerri, nel corso di un’intervista all’agenzia Dire.
Un aumento che sembra segnato “salvo che tutti gli attori coinvolti nel processo della sicurezza non riescano a mettere la persona di nuovo al centro dei nostri sistemi, salvaguardando uno dei beni fondamentali per l’uomo: la sicurezza- ha spiegato Cerri- Il rispetto delle regole è la base. Se queste vengono fatte proprie dal datore di lavoro, dal dirigente, dal presposto, dagli stessi lavoratori, dai medici competenti e dal servizio prevenzione e protezione, dove gli stessi professionisti tecnici spesso sono chiamati a svolgere il ruolo di responsabile, questa può essere la via per abbattere la dimensione importante dell’infortunistica”.
Anche nel 2022 forte trend infortuni
“La situazione delle morti sul lavoro resta grave. Il 2021 si è concluso col triste primato di 1.221 vittime. Un dato che pone un accento importante sul tema. Perché, guardando il trend 2010-primo trimestre 2022, mentre nel lungo periodo si vede un lieve decremento dell’andamento infortunistico in generale, purtroppo gli eventi gravi restano estremamente importanti come dati numerici”. Lo ha detto Massimo Cerri, vicepresidente dell’ordine degli Ingegneri di Roma e Provincia, nel corso di un’intervista all’agenzia Dire.
“Il primo trimestre 2022 conferma ancora questo trend forte e si pone in aumento, a seguito della ripresa post pandemia di tutte le attività lavorative- ha spiegato Cerri- Quelli dell’industria, dei trasporti, delle costruzioni e della sanità sono i settori più critici”.
Per il vicepresidente dell’Ordine “le regole del gioco dettate dal testo unico della sicurezza sono determinanti. Anche alla luce della revisione del 2021, con la legge 215, che rafforza la figura del ‘proposto’ nell’ambito dell’organizzazione della sicurezza sia in azienda che in cantiere, dandogli anche poteri di sospensione dell’attività lavorativa dove non si riscontrassero le idonee condizioni di salute e sicurezza per I lavoratori”.
Peraltro “la stessa legge- ha aggiunto Cerri- introduce l’obbligo, per i datori di lavoro e i dirigenti, di individuare la figura del preposto in qualunque contesto lavorativo, vista l’importanza che riveste per la vigilanza operativa: cioè visionare costantemente che le condizioni di salute e sicurezza siano rispettate dai lavoratori”.
Rimettere al centro persona per tutela sicurezza
“Nell’ambito di un convegno organizzato presso la Santa Sede dall’Ordine degli Ingegneri di Roma, ci siamo confrontati con chi amministra il patrimonio della Santa Sede, alla presenza del procuratore aggiunto di Roma, dottor Corbo. Come Ordine degli Ingegneri di Roma abbiamo rafforzato il concetto del ‘Fare bene per fare il bene’, cioé rimettere al centro la persona e curare gli aspetti alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro e nei cantieri”. Il vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri di Roma e Provincia, Massimo Cerri, nel corso di un’intervista all’agenzia Dire ha spiegato il ruolo che questo settore professionistico intende giocare per fare diminuire la curva degli incidenti e delle morti sul lavoro.
“Siamo andati nel dettaglio delle ‘regole del gioco’- ha spiegato- Sia sul fronte della prevenzione, alla quale noi professionisti siamo chiamati ad esempio col coordinatore della sicurezza nella fase di progettazione e di esecuzione dentro I cantieri, che sulle regole. Alle quali la polizia giudiziaria e la Procura ci richiamano, proprio per rafforzare la centralità dei professionisti affinché possano essere il ‘buon lubrificante’ del motore produttivo dell’Italia nelle condizioni di salute e sicurezza. Su questo il professionista è determinante”.
Perché “se è vero che noi siamo chiamati all’alta vigilanza, pensiamo ai coordinatori della sicurezza nei cantieri, è anche nostra opera non fare generare mai quei ruoli di vigilanza operativa che sono invece demandati alle imprese affidatarie e a quelle esecutrici- ha sottolineato Cerri- Torniamo così al ruolo del datore di lavoro in primis, con i suoi dirigenti e i preposti nelle attività, e alla consapevolezza dei lavoratori di quanto sia importante il loro ruolo e il rispetto di quelle misure preventive e protettive che, se messe in campo in maniera idonea, possono abbattere la dimensione di questi eventi infortunistici”.
Le leggi sulla sicurezza ci sono, ora vigilare
Le leggi per tutelare la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro ci sono. Ora bisogna “vigilare” affinché ciascun attore, dai profesisonisti alle aziende affidatarie delle opere a quelle che le realizzano, faccia la propria parte nell’applicarle.
Il vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri di Roma e Provincia, Massimo Cerri, nel corso di un’intervista all’agenzia Dire non ha chiesto nuovi interventi in materia: “Il legislatore, attraverso il decreto 81 del 2008 che è un’integrazione della legge quadro del 2007, ha già fatto la propria opera, perché ha chiarito le ‘regole del gioco’ sulla base dei princiipi condivisi in sede comunitaria”.
Ora “è molto importante che tutti noi che siamo chiamati a svolgere un ruolo in questo ambito lo facciamo con preparazione, competenza, consapevolezza e soprattutto- ha aggiunto Cerri- avendo uno sguardo sempre vigile sull’operato di tutti, affinché ci sia la salvaguardia del principio della sicurezza e la centralità dell’uomo lavoratore all’interno delle nostre attività”. (fonte Dire)