Nel Lazio il presidente Zingaretti ha scritto a tutti i sindaci per chiedere di adottare “provvedimenti preventivi per il risparmio idrico”. La crisi idrica rischia di colpire anche Roma e riportarla al 2017. Esattamente come cinque anni fa, le istituzioni potrebbero adottare misure drastiche come chiudere le fontane pubbliche, le poche fontanelle rimaste (i caratteristici “nasoni”), e garantire l’approvvigionamento di acqua potabile con autocisterne nei quartieri della fascia sud- est della capitale. Non ci sarà alcun razionamento né riduzione della pressione del flusso di acqua potabile nelle condutture di Roma: lo specifica Acea dopo aver effettuato lo stato dell’arte sulla sua rete idrica.
In una nota dell’Anbi (l’Associazione nazionale bonifiche irrigazioni miglioramenti fondiari) si legge che “marcato è il calo di precipitazioni sul Lazio: il record negativo è di Ladispoli (solo 83 mm caduti dall’inizio del 2022, quando la media si aggira su mm. 300), ma anche a Roma si registrano cali del 63%”. Nel territorio dei Colli Albani, che è alimentato dagli acquedotti Simbrivio e Doganella, “circa 180.000 persone rischiano turnazioni idriche”.
Sempre nella stessa nota si legge che “l’Aniene ha portata dimezzata, il Tevere è ai livelli minimi in anni recenti, il Sacco è sempre più a secco; il livello del lago di Nemi precipita a -1,88 metri (l’anno scorso era a +1,6 metri) e anche il lago di Bracciano registra un’ulteriore decrescita”.
Massimiliano Morelli