8 Novembre, 2024
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Italia al 22.mo posto in Europa per posti letto ordinari e terapia intensiva

Riceviamo e pubblichiamo – “Il nostro presidente Antonio Magi (Omceo Roma) è sensibile a questi aspetti che coinvolgono tanti ammalati ma che coinvolgono anche la professionalità di tanti medici e ha condiviso non solo l’analisi del quadro che abbiamo rilevato ma soprattutto abbracciato le nostre battaglie. Credo sia normale che ci si possa incontrare per portare avanti una riflessione comune in un momento così difficile”. Lo ha detto all’agenzia di stampa Dire il professor Francesco Cognetti, coordinatore FoSSC, che riunisce le 30 società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani che hanno lanciato l’allarme sul rischio collasso del Ssn con un evento dal titolo il ‘Servizio sanitario: in 10 anni tagliati 25mila posti letto e 42.380 dipendenti. Serve un ospedale adeguato ed esteso al territorio per evitare il collasso’. Una battaglia a cui si è unito anche il presidente dell’Omceo capitolino, Antonio Magi: “Fossc e l’Ordine dei medici di Roma sono alla ricerca di soluzioni condivise” hanno dichiarato.

All’Italia maglia nera: posizionata al 22esimo posto nella classifica europea posti letto
“Gli ospedali al di là della pandemia- ha proseguito Cognetti- sono sempre in affanno. I numeri parlano chiaro infatti i nostri ospedali hanno dei posti letto di degenza ordinaria che ci colloca al 22esimo posto della classifica europea. Stessa cosa accade per i posti letto di terapia intensiva (TI) e che purtroppo non sono aumentati come promesso. Il Governo ha stanziato dei finanziamenti ma i soldi poi non sono stati spesi dalle Regioni. Il numero degli specialisti ospedalieri e degli infermieri è molto basso rispetto a nazioni come Francia e Germania. Il nostro timore è che sia stata data priorità al solo sviluppo della medicina territoriale che noi favoriamo, ma questo non basta. Questa riforma è un involucro vuoto perché non è spiegato nulla punto sul numero del personale previsto che lavorerà e sul funzionamento della rete territoriale. Sono previsti nuovi edifici ma non è previsto il numero adeguato di personale per farli funzionare e che invece doveva essere tra le priorità da potenziare ma non a scapito degli ospedali. Gli ospedali di conseguenza ne potrebbero uscire addirittura indeboliti per trasferimenti di personale da questa situazione ed invece sono in realtà gli unici luoghi di cura dove i cittadini che si ammalano vanno. L’ospedale è una risorsa per i cittadini. Secondo Fossc la ‘questione’ ospedali è stata affrontata con molta superficialità”.

Giovani medici  si formano in Italia ma poi cercano lavoro all’estero 
“Proprio il presidente dell’Omceo Roma, Antonio Magi, ha riferito di un numero consistente di richieste digiovani laureati che chiedono di andare all’estero a lavorare, in particolare in Germania. Si può comprendere come il fenomeno della ‘fuga dei cervelli all’estero’ esiti in numeri importanti e a questo a peggiorare la situazione ci sono i prepensionamenti e l’abbandono di specialità ‘scomode‘ come le medicine d’urgenza, i Pronto Soccorsi e le terapie intensive. Ci troviamo in una situazione grave e nessuno ci pensa. Il problema è diffuso su tutto il territorio nazionale. E il dualismo che spesso si ingaggia tra Stato centrale e Regione non giova anche in termini di velocità nell’approvare provvedimenti necessari. E’ un problema storico che va affrontato. Il Governo centrale ha dei poteri di sostituzioni su determinati temi rispetto alle regioni ma questo non è mai accaduto. Particolarmente dolorosi sono stati i piani di rientro con tagli lineari che hanno contribuito ad acuire le difficoltà negli ospedali”, ha concluso Cognetti.

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