Fin dalle prime ore del mattino di ieri, domenica 26, gli impianti sportivi delle Olmate di Oriolo si sono colorati di maglie con fogge e colori diversi, l’atmosfera è stata caratterizzata da un vociare allegro che ha rimbalzato da un campo di gara all’altro tanta energia in movimento, entusiasmo senza età, che ha radunato centinaia di persone con l’intenzione comune di celebrare lo sport, facendolo diventare una festa. Noncuranti di un caldo afoso, ragazzi e ragazze, donne e uomini, si sono confrontati su diversi campi di gara, esaltando innanzitutto l’efficienza degli impianti sportivi; campo da calcio, da rugby, campi da pallavolo, da basket, all’aperto e al chiuso, campi da tennis, incorniciati dagli ombrosi olmi che li comprendono.
Si sono susseguite partite di calcio, un torneo di pallavolo femminile e il Forest Beat di basket tre contro tre, che ha visto confrontarsi 16 squadre tutte caratterizzate da nomi di alberi. Proprio quest’ultimo evento si è protratto dalle nove del mattino, fino alle 20.30 di sera; davvero una festa dei sensi vedere confrontarsi padri e figli, in squadre dove l’età è stato un dettaglio irrilevante in termini di entusiasmo, competizione e determinazione. Nello sport, come nella vita, chi gioca e si diverte ha già vinto: questo è il messaggio che sta dietro la perfetta organizzazione realizzata dal presidente della Polisportiva Antonio Valentini, che ha pensato proprio a tutto, compresi stand gastronomici che hanno consentito a tutti gli atleti e alle loro famiglie intervenute di sedersi intorno allo stesso tavolo della fratellanza, dopo essersi confrontati sui campi da gioco.
Nel pomeriggio si è svolta anche una dimostrazione di aikido, una sofisticata arte marziale derivata dal jujitsu, che insegna a neutralizzare i colpi e le prese di uno o più avversari, e che si basa soprattutto su movimenti circolari e su proiezioni. Si è svolta anche una gara di hockey su prato, che ha richiamato decine di ragazzi impegnati annualmente in questo sport.
Tra le centinaia che si susseguono in estate, quella dello sport, si fregia del titolo di festa con una pertinenza assoluta, essendo un avvenimento dove gli atleti, singolarmente o in gruppo, si affrontano con delle regole, per poi ritrovarsi nel rispetto indifferente tra vinti e vincitori. Sarebbe un mondo migliore se le Nazioni si confrontassero solo così, permettendo il riconoscimento del valore unicamente alla tenacia dell’allenamento e del sacrificio, e facendo estinguere il confronto al termine del tempo di gara, con le maglie di colore diverso riposte nelle ceste della biancheria sporca, e ci si ritrovi vestiti tutti della veste pulita del rispetto. Onore allo sport e a Oriolo che lo ha celebrato come festa.
Ludovica Di Pietrantonio
Redattrice L’agone