“Il nostro focus sono le biotecnologie industriali, tutto quello che riguarda lo sviluppo di processi biotecnologici e di nuovi prodotti, in particolare ci siamo focalizzati su settori rilevanti dove abbiamo riscontrato una maggiore domanda di innovazione da parte delle imprese, come ad esempio la produzione con tecnologie fermentative sia di farmaci che di nutraceutici e cosmeceutici”. Lo spiega alla Dire Amleto D’Agostino, amministratore unico di BioTekNet, Centro Regionale di Competenza in Biotecnologie Industriali. La società, nata il 14 dicembre 2007, è costituita da una serie di enti pubblici con forti competenze nel settore delle biotecnologie: Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi del Sannio, Aorn Cardarelli, Cnr, Fondazione Pascale e Ao dei Colli.
“È una società – chiarisce – a totale controllo pubblico, ma che vive sul mercato senza quindi contribuzioni da parte dei soci. Siamo partiti con un investimento regionale di 15 milioni di euro in 4 anni in fase di startup, dopo siamo andati avanti con le nostre risorse e abbiamo sempre chiuso il bilancio in utile. Le risorse vanno in nuovi investimenti e in contratti ai giovani, senza distribuzione di utili ai soci”.
“Abbiamo lavorato molto – racconta D’Agostino – anche sul tema di nuove immunoterapie sia in ambito oncologico che relativamente al Covid-19. A causa dell’emergenza pandemica ci siamo focalizzati molto sia sul tema della prevenzione che della terapia del covid e lo stiamo facendo con due filoni di ricerca diversi. Da un lato c’è lo sviluppo di nuovi vaccini a Rna in grado di targettizzare non solo la proteina Spike, ma anche altre proteine di grande interesse che si possono rinvenire in molte varianti di questo virus. Questo per aumentare la copertura degli attuali vaccini. Dall’altro lo sviluppo di un test semplice da applicare, un test cutaneo che possa evidenziare l’immunità cellulo mediata delle persone. Oggi si fa un gran parlare del titolo anticorpale delle persone e questo dato viene preso come informazione sul grado di immunità dei soggetti. In realtà dal punto di vista scientifico non è così perché l’immunità vera e propria è quella cellula mediata data dai linfociti C e che non è misurabile attraverso un prelievo e la misura del titolo anticorpale. Per questo stiamo lavorando a una prima fase sperimentale e se i risultati saranno di rilievo la nostraintenzione è di sviluppare questo test cutaneo”.
Tra i progetti in cui BioTekNet è impegnata c’è anche quello che porterà all’utilizzo di nuovi biomarcatori diagnostici, rilevabili in fluidi biologici, quali plasma e siero, in grado di consentire una diagnosi precoce ed affidabile del carcinoma squamocellulare della testa e del collo (HNSCC).
“Un altro settore ancora – evidenzia D’Agostino – è quello dello sviluppo di biosensori sia in ambito clinico che in ambito ambientale e anche il tema dell’economia circolare con la valorizzazione di scarti di produzione dell’industria agroalimentare per estrarre molecole bioattive utili sia in ambito terapeutico che cosmetico. In questo senso abbiamo un progetto sugli scarti dei finocchi che raggiungono il 90%, in Campania si arriva a 200 tonnellate all’anno che devono essere smaltite come rifiuti speciali. Stiamo provando – conclude l’amministratore unico di BioTekNet – a far diventare opportunità questi costi cercando e trovando in questi scarti delle sostanze interessanti per la prevenzione dei tumori e per il mantenimento del benessere delle persone”.